martedì 27 marzo 2012

Ho raccontato la primavera

Mi trovavo con alcune giovani adolescenti nicaraguensi quando all’improvviso mi è uscita la frase “In Italia è iniziata la primavera”. Sono stata investita da sorrisi smaglianti e sguardi scintillanti,  “Com’è? non l’abbiamo mai vista...” mi domanda una di loro. Lo so, una vita senza primavera potrebbe sembrare un’esistenza a metà ma qui in Nicaragua come in altre parti del mondo la primavera non esiste. I nicaraguensi dicono che hanno soltanto due stagioni l’inverno e l’estate ma in realtà, dal nostro punto di vista riguardo al clima, hanno il caldissimo e il “meno” caldissimo. Qui al centro dove sono io il caldo a volte raggiunge livelli insopportabili, proprio l’altro giorno si sono toccati i 49°. Al nord al confine con l’Honduras è un pochino più ventilato, mentre le coste hanno il clima meravigliosamente caldo e con il vento importato dagli oceani.  Mi trovo nel cuore del Centro America, io lo chiamo “profondo Centro America” dove nessun turista osa addentrarsi e dove a volte pare che il mondo stesso si sia  dimenticato di questa parte di terra, forse nessuno sa che esiste. Ricordo che più di una persona  in Italia mi ha detto  “Che bello vai in Nicaragua, ho sempre desiderato andare in Africa”….. beh, questa la dice lunga!
Riguardo alle giovani che mi hanno rivolto una domanda tanto semplice e allo stesso tempo complessa, come spiegare la primavera a chi non l’ha mai vissuta? Se in un primo istante mi sono sentita un tantino smarrita non sapendo da che parte incominciare ho poi chiamato a raccolta tutti i miei più bei ricordi e pensieri. Per raccontare cos’è la primavera ho voluto partire dal nostro inverno che non è il loro inverno “meno caldissimo” ma è  la nostra neve e il nostro clima “sotto zero”.  Cerco di spiegare il freddo dei nostri inverni e l’unico modo che credo funzioni è raccontare dei nostri indumenti ossia cosa ci mettiamo indosso per ripararci dal freddo. Parlo di sciarpe, cappelli, guanti, cappotti, piumoni, stufe, termosifoni, il candore della neve, le montagne innevate, la fatica di spalarla davanti al garage di casa per liberare l’auto intrappolata dentro e poter correre al lavoro….. sempre in ritardo. Tutte mi dicono che vorrebbero avere un cappotto perché “nos gusta mucho” (ci piace tanto). Condisco il tutto con l’entusiasmo che scopro in me sentendomi un’italiana privilegiata per essere qui in Nicaragua. Poi mi ricordo che nel computer ho alcune fotografie dei “miei” luoghi innevati, le foto che mi ha inviato la mia amica Antonella quindi decido di mostrargliele. Come me le ragazze prediligono quella dove ci sono i passeri che si riparano dal freddo e dalla neve sotto un camino, anche i passeri sono diversi da quelli che ci sono qui, anche questo le affascina. Loro volevano sapere com’era la primavera ed ora stanno scoprendo cos’è l’inverno. Stanno sprizzando entusiasmo ovunque! Con calma spiego loro che in inverno è come se tutto dormisse, tutti i rumori sono come ovattati, cerco di spiegare loro la gioia che si prova rientrando a casa e trovare un camino accogliente che scalda non solo il corpo ma anche il cuore. Le coinvolgo completamente e mi accorgo che mi stanno ascoltando letteralmente a bocca aperta nonostante il mio spagnolo ed io mi sento rapita da tutto quel candore d’animo e da quegli sguardi. Non voglio lasciar sfuggire questo rispettoso momento quindi proseguo con la delucidazione sulla primavera. Cerco di fare esplodere colori a più non posso, racconto loro delle primule, dei peschi in fiore, dei primi cinguettii degli uccellini che per tutto l’inverno ci erano stati negati, racconto che le persone pian piano si svestono dei guanti, del cappello, della sciarpa e del cappotto, ripongono scarponi e stivali e spuntano giacchini e golfini e scarpe leggere. Racconto che le massaie si accingono a fare le pulizie di primavera e che le finestre cominciano ad aprirsi e si possono sentire le radio dei vicini a tutto volume.  Le vecchine azzardano  le prime passeggiate serali con il golfino sulle spalle perché non si sa mai “facesse freddo?”-
È  ancora il computer a soccorrermi, e ricordo che nel blog di Titti dal Giappone e di Valentina si parla di primavera, raccontano un’esplosione di colori freschi e miti, in questo modo spalanco  loro un’immensa finestra sul mondo  così mi sottopongono a mille domande. Ormai siamo usciti dal tema primavera siamo entrati nel concetto di quanto attraente sia questo nostro pianeta e quanto incantevoli siano tutte le stagioni, siamo persino giunti a parlare del vino italiano ed ho mostrato loro le foto di una gita nelle Langhe e nel Monferrato. Dopo di che ho fortemente voluto che riconoscessero quanto bello è  il loro paese, il Nicaragua, senza dover per forza invidiarne un altro. A mia volta ho posto loro tante domande e le loro risposte via via che raccontavano arrivavano a commuovermi. Quanto amore hanno per la loro terra nonostante la grande povertà che esiste! Hanno poco o nulla ma amano anche questo! Le guardo, sono solo adolescenti e non sanno neppure in cosa consiste avere un capo di abbigliamento firmato o cose di questo genere. Vedo in loro la dolcezza di un bambino e la caparbietà di donne cresciute troppo in fretta in un paese tanto difficile.
Mentre le osservo parlare prometto a me stessa che quando tornerò in Italia e se sarà primavera vorrò godermela tutta quanta e sorseggiare ogni dettaglio dei suoi profumi, colori e sapori. Qui in Nicaragua ho scoperto quanto fantastica sia questa stagione, l’ho scoperta raccontata da me stessa e poi vista attraverso occhi meravigliati di giovanissime donne con tanto desiderio di sapere e orecchie attente ad ascoltare.
Troppe primavere sono trascorse senza che io mi potessi accorgere di quanto è incantevole la primavera, però ora la mia primavera è qui ed è qui che voglio restare senza disperdere nel tempo neppure un istante, non intendo più perdere il filo della vita in lamentele inutili. …. Ma se non si lamentano queste esuberanti fanciulle perché mai dovrei lamentarmi io?


martedì 20 marzo 2012

Una mia giornata da eroe


Quando ho avuto un giorno da eroe? Per esempio quando con i guardiaparco e le mie spettacolari compagne abbiamo salvato dai predatori le piccole tartarughe accompagnandole verso l'oceano.........
Posted by Picasa

lunedì 19 marzo 2012

Dove dal nulla può nascere un biscotto

Questo è un paese difficile l’ho sempre saputo,  oggi mi pare ancora più difficile! Lo so che passerà questa sensazione, con calma però lasciatemi sognare i biscotti italiani quelli che si comprano in un qualsiasi negozio o supermercato, per esempio le “macine” o le “gocciole” o i “tarallucci” o “le campagnole”…….. per voi che siete in Italia basta allungare il braccio sullo scaffale e posare nel carrello, qui, in Nicaragua, non è così, alla mattina ci si sveglia soffocati dal caldo, se mai nella notte avessimo dormito,  come se ci fosse una stufa accesa a tutta birra vicino e con una gran voglia di biscotti “italiani” per noi italiani, per gli americani una gran voglia di muffin………… o per meglio dire una di quelle colazioni italiane o americane che oltre al sapore hanno anche un profumo tutto particolare. Niente paura anche qui in Nicaragua ci siamo attrezzati bene. Qui dove siamo non ci sono supermercati o negozi ma soprattutto non ci sono alimenti che noi solitamente usiamo. Quindi spulciando in quelle che qui chiamano pulperie o minisuper e riusciamo a trovare qualcosa che riesca a renderci la vita meno difficile. Fermiamoci un attimo, cosa sono le “pulperie”? Dunque le pulperie non sono altro che piccolissimi punti vendita all’interno delle “case” della gente locale dove si possono trovare alimenti di primissima necessità quali uova, farina di mais, riso, patate, pomodori, carote, cipolle…….. tanto per rendere l’idea! Le donne del posto cucinano in forni di pietra i biscotti e le tortillas fatti di mais e le pulperie le rivendono. Chiunque qui può aprire una pulperia, basta dedicare un angolo della propria casa a questa attività e così molti sbarcano  il lunario. Il concetto di negozio italiano o supermercato dobbiamo proprio dimenticarcelo……… ma torniamo a noi cioè  a cosa ho deciso di fare per rendere la colazione più allegra. Ho trovato uova (quelle si trovano sempre basta stare attenti a come sono conservate) ho trovata la onnipresente farina di mais, zucchero a grani grossi ma va benissimo, latte, e………… mi balena nella mente che ho ancora granella e dei mango che mi hanno regalato, i mango sono meravigliosi qui, spettacolari, spesso a colazione me ne mangio un paio, sono grossi come pere e sono rossi e verdi…….. lo so……….. non riuscite ad immaginarli, farò il possibile per mostrarveli……..


Quindi decido di fare i biscotti “con quel che ho trovato”, ecco la ricettina: 2 uova, 3 mango, 400 g. circa di farina di mais, 3 cucchiai di zucchero, un bicchierone di latte, un cucchiaino di lievito (abbiamo la scorta) e un cucchiaio di granella di zucchero colorata ossia la nostra codette ma forse un po’ più grossolana  (qui la usano molto, anche la mia nonna Sabatina la usava nelle sue ricette pugliesi). Mescolo tutto con una forchetta fino ad ottenere un bel composto morbido e poi a cucchiaiate lo ripongo nelle teglie che per miracolo ho trovato al minisuper, in Italia queste teglie sono usa e getta qui invece serviranno per molto e molto tempo ancora perché sono un vero lusso.  Inforno nel nostro meraviglioso e quasi unico nel villaggio forno a gas, al momento della sfornata è una festa…… domani quando ci sveglieremo avremo voglia di correre in cucina a colazione perché ci saranno i biscotti ……………… e così le nostre attività giornaliere saranno giocose……. abbiamo già pensato alle varianti come pezzi di cioccolato al posto del mango  oppure le banane che qui sono di casa……..sì sì dovrò dar loro un nome, cosa mi consigliate?
Qui c’è un bel gruppetto di italiani volontari, che fa parte di questo cast meraviglioso e, credetemi, questo cast è davvero strabiliante……. forse vi sembriamo un po’ pazzi se ci esaltiamo per un biscottino ma è in posti come questi che si riscoprono le piccole cose che ci rendono felici è qui che impariamo dalla gente del posto a riscoprire il vero significato delle cose semplici  come ad esempio……. Un biscotto cucinato “con quello che ho trovato"!

 i mango
 .....impasto.....
aggiungo la granella o codette
Pronti da infornare nelle teglie usa e getta ora diventate usa e riusa
eccoli pronti!
guardate cosa c'è per colazione!
ce ne sono 23, per quanti giorni dureranno?

Come li chiamiamo? Ehi cast Aiutatemi!

martedì 13 marzo 2012

Ciak si gira.......

Scoviamo il primo personaggio del nostro passato che vorremmo migliorare, sostituire o eliminare. Vediamo un po’……….. un buontempone del nostro passato chi sarà stato? Non necessariamente una persona, potrebbe essere anche una categoria. Poi mettiamolo in contrapposizione con un nostro eroe, chi è stato un eroe del nostro passato? Non L’eroe ma Un eroe o una classe di eroi. Rendiamoci un po’ ricchi almeno in questo senso.  
Buontemponi ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno tanti, ma eroi? E poi, Cos’è un eroe? Perché si diventa eroe? Perché lo innalziamo ad eroe? Mi domando: io ho agito da eroe? Lo sono stato per qualcuno?
L’uomo in quanto maschio è eroe, la donna in quanto femmina è eroina, un po’ riduttivo, da l’idea di eroe parziale,  cioè eroe sì ma non del tutto, è come voler attenuare la figura dell’eroe se è femminile, l’eroe è eroe in quanto persona.

Il nostro cast

Non so per quale strana ragione ad un certo punto della vita si senta il forte desiderio di raccontarsi, noto che molti hanno questa esigenza, non necessariamente la esprimono ma semplicemente fronteggiano questo urgente bisogno. Forse sta accadendo anche a me! Ho anche notato che non vi è un’età specifica……. Non è strano! Siamo protagonisti della nostra vita e molti di noi vorrebbero sedersi in poltrona e osservarla come in un film come una serie tv, osservarla almeno fino qui dove siamo proprio in questo preciso momento. Alcune scene ci piacciono, alcune sarebbero da modificare, altre proprio da cancellare. Ma chi è stato il regista? Sempre noi ignari di esserlo. Quando arriviamo a fare queste riflessioni vuol dire che qualcosa è cambiato in noi……….. quindi è da qui che assumiamo il ruolo di regista. Chiaro! Sentiamo l’esigenza di fare delle aggiustatine. Forse qualcosa di più di qualche aggiustatina….


Riassumendo: Protagonista, regista, nonché scrittori ….. ora dobbiamo formare il cast. Questo  non è del tutto vero perchè un cast già esiste, personaggi del nostro passato e del nostro presente, ora sta a noi formare il cast per il nostro futuro. Anche questo non è del tutto vero, alcuni personaggi  del passato hanno lasciato un segno e alcuni del presente hanno un contratto a vita e non si possono mettere fuori scena, altri li vorremmo ancora nel cast ma se ne sono andati. Celebrità, vip, buontemponi, macchiette, draghi, orchi, maghi, fate, streghe, artisti, eroi, giganti, principi e re. Accovacciati sulla nostra poltrona osserviamo, riflettiamo e sprofondiamo assorti in noi stessi, intendiamo esplorare ogni istante della nostra vita per non perderci nulla da qui in poi. Mettiamo in piedi la prima scena.

Benvenuti nel mio blog!

La gente che mi piace

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa q...