MI MAMA' ME REGALO'
Traduzione: LA MIA MAMMA MI HA DATO VIA
La prima volte che sentii pronunciare questa frase credetti di non avere capito bene e quindi chiesi di ripeterla, così in un straziante pianto mi ripetè: "Mi mamà me regalò...."
Purtroppo oggi so che qui questa frase è molto comune. Oggi so che la miseria, la fame, la povertà e lo strazio confondono a tal punto i sentimenti da renderli miserabili
Il cuore non si frantuma all'improvviso ma lentamente, lentamente, lentamente. Così che non c'è più nemmeno un minuscolo spazio sulla terra dove adagiare il dolore.
Guardai quella donna piangere senza saper cosa dire. Non potevo dirle che comprendevo quel suo dolore poichè così non era. La mia mente non arriva a capire cosa significhi essere regalati, donati a qualcuno.
Però da quando sono qui ho imparato che devo lasciar parlare queste persone,
ASCOLTARLE!
Vorrei dar loro questa voce.
E' Luz che parla tra le lacrime, mi urla in faccia la sua straziante e lacerata vita ed io rimango inerme,
Mi sento così fragile di fronte a tanto dolore che non indietreggio,
mi lascio coinvolgere da restare senza fiato.
E' una poesia dolorosa e urlata ma la lascio fare...
"Guardati intorno, lo vedi questo squallore? Si chiama povertà. Quando ero bimba era così, uguale come la vedi ora. Non è il tempo che si è paralizzato, menti sterili ci hanno dimenticato. I miei figli vittime di non so quale colpevole ........ voglio che sappiano leggere o il mondo li renderà vagabondi, una fame dignitosa e non solo meschina come vogliono farmi credere. Conosco la dignità anche se me l'hanno strappata, ma è ben nascosta qui dentro ....... nel cuore. Capisci? Tutti la devono vedere. Io i miei figli non li regalo, sono miei, sono io che voglio dar loro un regalo: il futuro!
Mi mamá me regalò. Yo tenía sólo cuatro años, todavía me acuerdo el gran dolor, aún hoy no me deja, no hay día sin ese sentimiento. Guardo en mi mente una pregunta, siempre la misma: ¿Por qué?
¿Por qué? ¿Por qué? Todos los días!
Non c'era cibo, non avevamo una casa, la violenza, le ubriachezze degli uomini, il maschilismo che dominava. Tutto inesorabilmente come ora.
E' bastato solo un gesto, la mano di mia madre che mi spingeva verso quella donna che non conoscevo, non scorgevo un sorriso, nemmeno uno.
Ah, cómo amé a mi madre!
cómo la quería, y ese día me regalò!
Dios mío cuánto dolor que sentí aquel día y desde allí comenzaron los golpes, los insultos, empecé a trabajar duro, yo tenía cuatro años.
Accudivo ai figli della signora che mi aveva 'accolta' nella sua casa.
La più grande aveva la mia età. Simulavo amicizia ma in realtà ero al suo servizio. Quattro anni avevo e mia mamma mi regalò.
Mangiavo in un angolo della casa il cibo che i figli avanzavano, era un lusso per me, mi ripetevo che ero stata fortunata e speravo che anche la mia mamma e i miei fratelli mangiassero almeno un po' di riso o un po' di fagioli, ogni attimo il mio pensiero era per loro.
Imparai a leggere ascoltando la figlia della signora, al punto che l'aiutavo a fare i compiti, però non so leggere bene, vuoi ascoltare?
Non ricordo una festa per me, non me lo ricordo, ricordo le feste della figlia della signora e i sotterfugi della sua adolescenza e le colpe inflitte a me invece che a lei.
Dio come mi picchiava! Quanto mi batteva!
A 14 anni ho avuto il mio primo figlio che ora ha 14 anni pure lui, mio marito lavora lontano e si è portato il ragazzo con se, così posso comprare qualcosa da mangiare per questi miei 3 figli che sono rimasti con me. Ma guardi questa casa, ora ho una casa, povera, poverissima ma piena di dignità e i miei figli sono qui con me e domenica arrivano mio marito e mio figlio. Vorrei solo che ora i miei figli andassero a scuola, voglio andare avanti, solo avanti anche se tutti i giorni mi volto indietro e guardo il mio passato, lo strazio ormai c'è fino alle ossa ma mi serve per non ripetere gli errori che troppo spesso si fanno in questo mondo."
Ho imparato molto da questa giovanissima donna:
TACERE, ASCOLTARE E NON GIUDICARE MAI....
carlafamily
Davvero, come possiamo noi da qui comprendere questo dolore? Forse ci riusciremmo se ci guardassimo un po' intorno, perché una povertà come questa esiste anche intorno a noi, ne sono sicura.
RispondiEliminaE' vero Silvia, in ogni luogo guardandoci intorno attentamente potremmo scorgere tanti tipi di povertà. Il problema è che molte volte, il più delle volte, non guardiamo attentamente. Forse la differenza che c'è qui è che il più delle volte è la povertà stessa che ci guarda.
EliminaUn caro abbraccio Silvia.
Un posto che fa riflettere e commuove. Grazie Carla!
RispondiEliminaTi ringrazio cara Simo. Lo scopo è quello di far sapere , solo un pochino, quel che c'è qui.
EliminaCiao, a Presto!
E' un racconto tremendo Carla...per noi e la nostra "civiltà"...quasi da non credere!...anzi senza il quasi!
RispondiEliminaCome è possibile che ci siano ancora queste situazioni?
Situazioni diverse dalla "normale povertà". La normale povertà la viviamo anche qui...la sentiamo raccontare ai telegiornali, la leggiamo sui giornali...Ma mai ho letto sui nostri "giornali occidentali" storie di tele densità di povertà e di così retrograda mentalità!
Mi si stringe il cuore pensare che una giovane donna che, facendo un rapido e approssimativo calcolo dovrebbe avere intorno ai 28 anni, abbia subito certe condizioni e sia in una situazione così e che nonostante tutto la giudichi anche di "privilegio"
Mi fa piacere rileggerti Carla, anche se i contenuti di ciò che scrivi sono strazianti!
Un abbraccio a te e tutti i tuoi ragazzi e un augurio che tu possa contribuire a portarli verso un futuro migliore.
Ciao e a presto.
Purtroppo queste situazioni ci sono e non sono le peggiori. Alcune non si riescono a raccontare.
EliminaLa storia di queste persone cambia la storia delle nostre vite. Non possiamo rimanere più gli stessi dopo avere toccato con mano ciò che vediamo ed ascoltiamo. I nostri momenti di riflessioni si intensificano sempre più e quindi ci cambiano.
Sì Luz ha circa 28 anni ed è una vera forza. Il suo sorriso è bellissimo.
Non so perchè ti ho scritto che ha un sorriso bellissimo, credo che sia perchè fa parte della sua personalità e siccome non posso farle una fotografia allora lo voglio dire.
Grazie Pino, a presto!
Grazie Carla per avermi inviato anche il suo sorriso!
EliminaCiao
Oh Carla, che colpo al cuore questa storia. Questa ragazza ha già conosciuto i mille volti del dolore eppure dimostra una forza incredibile. Sai che sollievo dev'essere aver trovato qualcuno che come te sa ascoltare con amore.
RispondiEliminaCiao dolcissima Marzia.
EliminaE' davvero una giovane donna con tanta forza che ora cerca di spingere i figli ad una vita migliore, soprattutto cerca di dar loro un vero scopo nella vita anche se la povertà sarà dura da combattere ma, come dice lei, la dignità è una gran ricchezza.
Grazie del tuo passaggio.
A presto!
Un abbraccio a te, a lei e a tutti quelli che vivono esperienze simili a questa.
RispondiEliminaAscoltare tacendo: anche perché è difficile trovare parole che esprimano a sufficienza il dolore in fondo al cuore.
In realtà non ce ne sono di parole per esprimere ciò che sentiamo, molte volte abbiamo molto da dire ma non riusciamo a raccontare.
EliminaSuccede che la storia di alcuni ci ammutolisce, l'unica cosa che dobbiamo fare è ascoltare, sorridere ed abbracciare.
Sono felice gattonero che passi di qui.
A presto!
Che terribili realtà esistono che noi, nel nostro sicuro cantuccio, non riusciamo nemmeno ad immaginare. Un pugno nello stomaco ed un morso al cuore questo post.
RispondiEliminaUn abbraccio cara Carla
Ciao Fatima, la verità è che queste realtà non dovrebbero davvero esistere perchè, appunto, sono difficili da immaginare.
EliminaUn carissimo saluto.
Certo che quando si leggono queste cose ci accorgiamo che nella nostra esistenza siamo egoisti e qualche volta ci nascondiamo dietro un "Ma io non sapevo". In realtà tutti sappiamo che queste cose esistono e dovremmo fare di più. Bel post Carla e complimenti. Buona serata.
RispondiEliminaBuongiorno Elio, io sono giunta al punto di pensare che la nostra meravigliosa mente ha un sistema di difesa contro tutto ciò che la spaventa. Alla fine non è un male è un modo per esimersi dal dolore. E purtroppo si chiama egoismo ma comunque non è da biasimare.
EliminaQueste storie, che non sono le peggiori, non dovrebbero esistere, la nostra mente fa fatica ad accettarle, solo quando le vediamo ce ne rendiamo conto..... o quando le ascoltiamo.
Credimi Elio se ti dico che non riesco per niente ad esprime il vero sentimento e sofferenze che percepisco qui. Non ci riesco proprio a descriverle completamente e a volte mi sembra proprio di minimizzare nei miei racconti. Il più delle volte devo anche dire che non riesco a dirle a voce.
Grazie molte del tuo passaggio.
A presto!
Storie di uno strazio infinito, un dolore senza fine. Mi si è stretto il cuore nel leggere questo tuo post dove sei riuscita a trasmetterci con sentimento una realtà che convive fianco a fianco con gli sprechi della nostra società.
RispondiEliminaCiao Ambra, sono felice di vederti qui, spero che sia andato tutto bene....
EliminaCome dicevo nel commento precedente a volte mi sembra di non riuscire ad esprimere quel che vedo e che percepisco vivendo qui e guardando intorno a me, A volte mi domando se è il caso che io scriva post come questo e mi sento un po' stupida. Dopo di chè, colta da sentimenti molto contrastanti, mi butto e scrivo quel che vedo e che ascolto.
In fondo tutti noi scriviamo di ciò che più amiamo e forse io amo davvero la vita che sto facendo anche se lastricata di tante storie dolorose.
Un caro saluto Ambra
Sei tornata Carla... e mi colpisci come ogni volta.
RispondiEliminaun abbraccio grande
Ciao Chiara,
Eliminasono tornata e purtroppo non so per quanto tempo. Vorrei essere più presente nei blog ma mi è impossibile. Avere un blog richiede davvero che gli si dedichi tempo e attenzioni ed io in questo periodo non riesco a soddisfare questi requisiti.
Spero che chi mi legge con sincera amicizia possa comprendere e continuare a leggermi.
Grazie Chiara della tua costante presenza, mi fa molto bene!
Un caro saluto
RispondiEliminaCiao Carla,
ho letto il titolo e istintivamente ho tradotto "Mia mamma mi ha regalato...", altrettanto istintivamente ho immaginato un seguito: "...un libro, un paio di scarpe, una panino col prosciutto". Sono così lontana da quel mondo da non essere capace neppure di prendere in considerazione l'idea che ad un complemento diretto se ne possa sostituire uno indiretto. Mio figlio parlerebbe così. Già: mio figlio... Undici anni e tanta bambagia attorno.
Mio nonno mi raccontava spesso di quando è stato informato che dopo le vacanze non sarebbe più tornato a scuola e che, anzi, non avrebbe fatto alcuna vacanza quell'anno: avrebbe cominciato a lavorare alla fornace. Aveva 9 o 10 anni e trasportava i mattoni da cuocere.
Questa è una delle storie "forti" della mia famiglia e mi è sempre sembrata sufficientemente drammatica.
Evidentemente non è così.