giovedì 26 dicembre 2013

Momenti

Oggi svolgendo alcune faccende, piccole faccende domestiche, mi accorgevo che nonostante gli anni trascorsi la scena che si presentava era la stessa: io che sfaccendo qua e là e mia figlia appostata nei dintorni intenta a parlare... parlare.... parlare di mille cose, problemi, gioie, domande, riflessioni.
Lo faceva già da piccolina, mentre lavavo la verdura nel lavello o preparavo il pranzo o la cena o mentre lavavo i piatti. Lei si posizionava in un punto vicina a me quel tanto che bastava per non essermi d'intralcio e incominciava a raccontare della sua giornata, di chi aveva incontrato, con chi aveva conversato, domande alla ricerca di consigli, scavando nei pensieri di ognuno per comprenderne i veri sentimenti e motivi di ogni pur piccola azione continuando a seguirmi per tutta la casa per non perdere il filo della conversazione, gesticolando indaffarata per non farmi mancare nemmeno le scene degli avvenimenti.  A volte dovevo proprio concentrarmi con tutte le mie facoltà intellettive per poter seguire le vicissitudini della sua vita e gli annessi approfondimenti, ma sempre riuscivamo a sviluppare egregiamente ogni conversazione. 
Credo che quei momenti siano stati tra i migliori della mia vita, mi faceva sentire il suo punto di riferimento, la consigliera per eccellenza. 
Oggi ho rivissuto quei lontani momenti, non so se se ne sia accorta di aver ripetuto gli stessi gesti, credo che le risulti spontaneo. Anni e anni sono trascorsi, quei discorsi, come è giusto che sia, li condivide con il suo adorato marito ed io a volte soffro di sana invidia. Ma è così che vanno le cose, è così che devono andare. 
Godiamoci queste squisite gioie che si presentano ogni quel tot di tempo.


venerdì 20 dicembre 2013

El español que se enamoró de Nicaragua


Per lui, questo paese non è un paese, ma uno stato d'animo. Ha scritto tre edizioni di una guida per il Nicaragua, un libro sul Rio San Juan e un altro su come parlano i nicaraguensi




Joaquim Rabella Vives, ha 71 anni, è nato a Barcellona, architetto di professione, venne in Nicaragua all'inizio di dicembre 1985. Non appena mise piede in Nicaragua andò a Leon per sostenere il piano di gestione urbana. E 'stato, come si diceva a quel tempo, un "internazionalista".  In questa città coloniale si celebrava "La Griterìa"  ma lui (seppur spagnolo) non capiva la metà di quello che diceva la gente, così prese un quaderno e non se ne separò per parecchi mesi.

Joaquim annotò, annotò e annotò, lo racconta con una grazia contagiosa e a lui tipica.

Dice: "Ho iniziato a scrivere, scrivere, scrivere, fino a quando ho avuto 500 nuove parole. Ad ogni pasto, ogni uscita, andavo con il mio quaderno".
Scoprì che il Nicaragua aveva 500 parole che in spagnolo non esistono.


A suo parere i nicaraguensi hanno grandi espressioni, "E una lingua abbastanza unica...........i nicaraguensi non lo sanno.......................................lo spagnolo è parlato in 20 paesi e ogni paese ha le sue parole. Il linguaggio Nica è il più ricco, il migliore del mondo"dice.

Per questo realizzò un libro sulla forma di parlare in Nicaraguense. " Il criterio per includere le parole nel libro erano quelle che non si usano in Spagna. Molte sono Spagnolo antico, altre nàhuatl, altre dall'inglese e altre inventate. E poi, siccome non siamo filologi e non capiamo nulla della lingua abbiamo dovuto adottare criteri specifici per definire le parole, ogni quattro persone che non si conoscevano tra loro ci traducevano lo stesso significato ".

Ma ora facciamo alcuni esempio:

  • ANDARE LONTANO   Traduzione spagnola: IR LEJOS        traduzione Nica: IR LARGO
  • QUANTO DURA?         Traduzione spagnola: Cuanto dura?    traduzione Nica: Cuanto DILATA?
  • BAMBINO                     Traduzione spagnola: Niño                 traduzione Nica: CHIGUIN
  • FIGLIO più piccolo         Traduzione spagnola: hijo más pequeño  Traduz. Nica: CUMICHE


Però sul suo "Vocabulario popular nicaragüense" si trovano tutti i vocaboli Nica da lui scoperti 







L'ARTICOLO COMPLETO E IN LINGUA ORIGINALE LO TROVATE

http://www.elnuevodiario.com.ni/nacionales/249645

martedì 17 dicembre 2013

Chi lo ha detto che i prematuri...........?

Domenica 17 Novembre era la giornata internazionale dei prematuri ed io ero concentrata su altre cose quindi arrivo in ritardo parlando di un tema che mi sta molto a cuore e che ho vissuto stretta alla mia famiglia in prima persona.
Non è mai troppo tardi però!


Vorrei dire molte cose riguardo a quell’esperienza difficile. Tutti in famiglia, comunque, l’affrontammo con molta serenità, o almeno così cercammo di far credere, senza lasciarci influenzare da antichi e sciocchi preconcetti che ci rifilavano ogniqualvolta vedevano il nostro piccolino nato prematuramente.
Ma non c’è niente da fare la preoccupazione entra nella testa  e le domande restano
Quell’8 agosto entrò nella nostra vita quella minuscola creatura che vedevamo respirare in quell’incubatrice così grande da far sembrare quel corpicino quasi perso. Flebo infilate dappertutto, sondino al naso che portava una sorta di cibo aquel piccolissimo stomaco.
Tempi duri, difficili, tutta la nostra fragilità era esposta alla vita.
Quando tutti se ne andavano io restavo lì con quel fagottino che  aveva cambiato totalmente la mia vita.
Da quel momento in poi capii che le cose sarebbero sicuramente andate diversamente, la vita stessa assunse un altro significato. Ogni suo respiro sarebbe stato un mio sussulto.
Non potevo credere che il mio bambino fosse lì dentro, così piccolo e così lottatore, quanto duro lavoro stava già compiendo ed io non potevo fare nulla.
Potevo dare il mio appoggio, tutto il mio appoggio a quella meravigliosa creatura? Ci sarei riuscita? Ma non era tutto, a casa c’era un’altra meravigliosa creatura che con impazienza aspettava il suo fratellino, ogni volta che la sentivo al telefono trasmetteva così tanta gioia e così tanta forza  che tutti i dubbi che mi assalivano si dissolvevano improvvisamente.
Incontrando altre mamme che avevano avuto il loro bimbo allo scadere del nono mese  e che lo tenevano amorevolmente in braccio mi sentivo come se io avessi sbagliato qualcosa, come se il mio bambino fosse nato prematuramente per chissà quale errore avessi commesso. I loro bellissimi bimbi paffuti erano un rimprovero per me che mi sentivo meno mamma di loro.
Tutti credevano di sapere o comprendere lo stato d’animo ma non era così e lo dimostravano le tristi e a volte patetiche frasi che si pronunciano in queste circostante, appunto frasi circostanziali e niente più. Nessuno poteva comprendere pienamente ciò che stavamo vivendo, il dolore di non poter tenere tra le braccia il nostro  piccino, non poterlo allattare nonostante il tiralatte che mi ostinavo a usare al punto di farmi un gran male. Quanti silenzi rotti solo dal suono della mia voce che cantava attraverso il foro dell’incubatrice. “Questa è la mia voce piccolo mio, la voce della tua mamma”,  non so se si può comprende.
Come si può comprendere quanto è difficile trasmettere tutto il calore e l’amore possibile quando puoi toccare il tuo bimbo solo con un dito e vederlo lottare da solo senza poter far nulla?
Seduta su una scomoda sedia per innumerevoli notti d'ospedale, il silenzio di quelle notti, un silenzio rotto solamente dal suono di quegli straordinari macchinari con un nome che al solo pronunciarlo incute un certo timore, senza più ricordare cosa volesse dire dormire, per poter osservare  ed ascoltare con la massima attenzione il rumore di tutti quegli aggeggi infernali che riempivano la stanza, tutte lì per il mio piccolino, circondati di possibilità di vita, o forse no?
 Le corse degli infermieri ed io messa all’angolo molte volte mentre cercavano di capire cosa stesse accadendo al mio piccolino, l’unica cosa che restava da fare era piangere in silenzio e pregare per avere forza. Ce la fece ogni volta quel piccolo lottatore ed è così che  scoprii che la forza della vita è innata in ognuno di noi, già stava esprimendo esattamente ciò che voleva senza aver proferito alcuna parola, già mi stava dando una grandissima lezione di vita: lottare!
Nonostante le informazioni negative sui prematuri che leggevo qua e là il mio lottatore incominciò a muovere i primi passi a 10 mesi, non aveva molta voglia di parlare, certo c'era un motivo, aveva una sorellina che parlava così tanto che lui non faceva altro che ridere ridere e ridere, e più lui rideva più lei parlava, quanto amore tra qui due pazzi figlioli.
Tutto il resto venne da se come un qualsiasi bimbo.
Oggi lui è un giovane di 22 anni e lei una donna di 30, sono due meraviglie.

Ogni scarrafone è bello 'a mamma soja!!!!!!!!!!!!
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa  





lunedì 16 dicembre 2013

Nicaragua, rifugio per i pensionati

Oggi leggendo El Nuevo Diario mi imbatto in un articolo che leggo con una certa soddisfazione e che mi fa tirare un sospiro di sollievo e un...... Finalmente!
Finalmente, sì, qualcuno si è accorto che il Nicaragua è uno spettacolo di natura con i suoi Oceani, i suoi laghi e i suoi vulcani, vale la pena, in maniera assoluta, prendere in considerazione questo Paese. Ecco cosa scoprono finalmente: 
Il Nicaragua è diventato uno dei "migliori paradisi" per i pensionati americani , il basso costo delle proprietà immobiliari, le sue  due coste, la natura rigogliosa e il suo clima soleggiato, queste sono le considerazioni di Kathleen Peddicord in un blog pubblicato ieri in The Huffington Post.
"...il grande vantaggio è il basso costo della vita in Nicaragua, che è tra i più bassi che si trovano in qualsiasi parte del mondo", ha detto Peddicord.
Nicaragua, la meta ideale per i pensionati statunitensi ( .......e perchè no anche di altri Paesi? ...aggiungo io)
Questa analisi coincide con una serie di articoli pubblicati quest'anno da prestigiose riviste e giornali, come Business Insider, Living International, The New York Times o la CNN, che hanno posto il Nicaragua tra le mete turistiche più attraenti di tutto il mondo.
Questa ex zona di guerra emerge tra i migliori paradisi per chi va in pensione, Kathleen Peddicord dice che questo paese ha, in un certo senso, beneficiato  dalla crisi vissuta negli Stati Uniti tra il 2008 e il 2009.
Questo paese ha coste sul Pacifico con onde enormi, i Caraibi con la sua sabbia bianca, e due città coloniali Granada e Leon, che sono diventatela meta ideale per gli investitori immobiliari, gli stranieri che vanno in pensione  e per gli imprenditori.
Prezzi bassi
Secondo Peddicord, il valore degli immobili sulla costa pacifica del Nicaragua è stato ridotto al 50% dai suoi massimi ", 
"Qui è possibile acquistare un immobile  per soli 30 mila dollari, e il finanziamento è disponibile", ha sottolineato.
"A Granada, città molto famosa in Nicaragua, un'altra chiave per gli investitori stranieri e del mercato, è possibile acquistare una casa con stile coloniale  per soli US $ 40.000 o 50.000 dollari," ha detto.
Il Nicaragua in passato era conosciuto come zona di guerra, oggi è un paese che offre quanto il Panama e ik Costa Rica. Vi sono aree che non sono ancora state scoperte dai viaggiatori e possono essere raggiunte a prezzi stracciati
Il Nicaragua non è un posto dove gli investimenti stanno crescendo ma per chi vede le cose a lungo termine in questo momento può rivolgere l'attenzione al Nicaragua ha detto Kathleen Peddicord 

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A questo punto è doveroso aggiungere che, pur essendo un paese bellissimo e che offre spettacoli naturali meravigliosi, non sarebbe opportuno prendere d'assalto questo paese non tenendo conto della sensibilità della gente che lo vive tutti i giorni, questo "invito" non dovrebbe  essere il pretesto per creare  un altro mostro turistico che va ad aggiungersi a molti altri che un tempo erano terre paradisiache............
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Vulcano Mombacho

Granada - la Cattedrale 


Finca Porvenir sull'isola di Ometepe

Tramondo sull'oceano Pacifico 

La gente che mi piace

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa q...