lunedì 30 aprile 2012

Ogni Nicaraguense è un poeta fino a prova contraria

Arrivata in Nicaragua tutto pensavo di scoprire tranne immaginarmi quanto è importante la popolarità e la grandissima passione per la poesia tra questa gente. Un forma artistica che non ha rivali. La poesia è una forma di espressione che per il nicaraguense non ha paragone. Ed è proprio del grande poeta nicaraguense Josè Coronel Urtecho di Granada la frase del titolo di questo post “Ogni nicaraguense è un  poeta fino a prova contraria”.  Anche la poesia nicaraguense  è un mezzo importantissimo per esprimere oltre al sentimento anche espressioni politiche e sociali ma ciò che la rende singolare è che dal più povero al più ricco, dall’analfabeta al più istruito, dal tagliatore di pietre all’impresario, dall’ufficiale pubblico all’impiegato c’è sempre un argomento che li accomuna: la poesia.
La poesia in questa immagine  di una Bimba Nicaraguense descritta dai giovani della Scuola Media Statale S. Damiano d'Asti   Cuore di bambino: poesie

I bambini memorizzano la poesia imparando ad esprimersi. I giovani studenti formano gruppi per imparare un paio di versi a testa del loro eroe nazionale, non a caso il poeta di Leòn Rubén Darìo,  e recitano all’unisono interi poemi.  Quando i bimbi o i giovani desiderano esprimere i propri sentimenti inventeranno versi esclusivamente alla persona a cui li vogliono dedicare. Anche i giovani ragazzi per esprimere ammirazione per una compagna lo faranno in versi. Io personalmente potrei pubblicare un libro per le poesie che mi sono state dedicate (non scarto l'idea). Persino i giornali, i quotidiani pubblicano poesie almeno tre volte a settimana e si possono leggere grandi poeti del passato e del presente. Persino il periodico più letto La Prensa pubblica poesie inviate dai lettori.
Julio Cabrales (1944), scrittore che vaga come un mendicante ai semafori della Carretera Norte, en Managua. Autore de los poemarios Ómnibus (1975); Esbozo de un joven (1970), y Sonata para enflorar su psiquis abolida (1968), oggi è un uomo dimenticato dalla società. LA PRENSA/O. NAVARRETE
Ho scoperto un fatto decisamente singolare, qui la parola “poeta” ha anche il significato di amico, fratello, compagno. Può succedere di sentire un nicaraguense dire a quello dell’altra parte della strada “Ehi poeta come stai?”
Versi vivi.  Tutti parlano di poesia a Granada. La piazza è sommersa di libri. scrittori e gente con voglia di urlare poesia al mondo intero. Si vive l'esperienza di condividere uno degli eventi più importanti del mondo con più di 124 poeti da 48 paesi incluso il  Nicaragua.
LA PRENSA/G. MIRANDA
Turismo, artesanía y sobre todo mucha poesía se vive en la ciudad de Granada.
LA PRENSA/ARNULFO AGÜERO

Ma vi voglio raccontare questo aneddoto: la giovane Luz Marìa Sanchez era di fronte al pubblico con i suoi tacchi alti e il suo bel bikini arancione chiaro, era in parità con un’altra bellissima concorrente, per rompere la parità alle due finaliste era stato concesso un minuto nel quale dovevano improvvisare un discorso, in questo modo avrebbero dovuto convincere i giudici che erano degne del titolo di Miss Nicaragua. La prima concorrente parla citando l’importanza della famiglia, della serenità e dei propri sogni rivolti a realizzare la sua professione. La folla applaude. E’ la volta di Luz Marìa, esce sul palco con il suo bikini e dopo una breve pausa passa a recitare a memoria una enigmatica poesia scritta dal metafisico nicaraguense Alfonso Cortès. Finita la recita dalla folla esplode un’ovazione di applausi. Non ci fu più gara, Luz Maria vinse il titolo.

Miss Nicaragua (1996)  Luz Maria Sanchez 

Nessuno sa che il primo poeta latino-americano candidato al Premio Nobel è stato un nicaraguense, Salomòn de la Selva, anche se viene ricordato per le sue traduzoni in inglese del grande poeta Rubén Darìo. Ed è proprio con Rubén Darìo che la poesia è diventata una forma d’arte per il paese, la grande passione nicaraguense.

Salomòn de la Selva
E’ con immenso piacere che vi presento 2  poesie nicaraguensi


VERGÜENZA (Salòmon de la Selva)
Éste era zapatero,
éste hacía barriles,
y aquél servía de mozo
en un hotel de puerto…
Todos han dicho lo que eran
antes de ser soldados;
¿y yo? ¿Yo qué sería
que ya no lo recuerdo?
¿Poeta? ¡No! Decirlo
me daría vergüenza.

Traduzione:
VERGOGNA
Questo era calzolaio,
Questo faceva botti,
e l'altro serviva come cameriere
in un hotel del porto...
Tutti hanno detto cos'erano
prima di essere soldati;
E io? Io cos'ero
che non lo ricordo?
Poeta? No! Mi vergognerei dirlo. 



NOTTURNO (Rubén Darìo)
Silenzio della notte, doloroso
silenzio notturno...
Perchè l'anima trema a questo modo?
Odo il rombo
del mio sangue:
dentro il mio cranio passa una tormenta
soave. L'insonnia!
E non si può dormire. E tuttavia
si sogna.
E sul banco anatomico se stesso
uno seziona, ed è il suo proprio Amleto.
Sciogliere la tristezza
entro un vino notturno,
nella coppa preziosa delle tenebre.
E mi domando: Quando verrà l'alba?
S'è richiusa una porta...
E' passato un viandante...
Tre rintocchi alla torre... Oh, che sia lei?

Rubén Darìo

Meravigliosa descrizione dell’insonnia non dormiamo ma sognamo. Quasi sempre questi "sogni" notturni ad occhi aperti non sono bellissimi: ci ricordano le paure, le ansie i dolori che teniamo lontani di giorno. C’è persino Amleto sul banco anatomico. Facciamo proprio questo nelle notti insonni: una sorta di vivisezione di noi stessi che non sempre è necessaria. Invece dovremmo pensare all’alba ma ce ne dimentichiamo. 


A presto per un altro scorcio sul Nicaragua

sabato 28 aprile 2012

Ho ricevuto un premio... anzi due!


Ho ricevuto un premio che porta il nome di "Antares" da Antonella e da Valentina. ANTARES (rivale di Marte) la stella più rossa tra le stelle più brillanti, la stella supergigante rossa, circa 700 volte il sole Come posso non sentirmi importante! Vorrei trovare un modo per ringraziarle. Come dice una canzone "ti regalerei una stella..."  io direi "vi regalerei una cascata di fiori" e....... passeggiando por la calle de Juigalpa ho visto tanti fiori tropicali dei quali onestamente ignoro i nomi e anche se domando alle persone mi rispondono che sono "fiori del Nicaragua". Mi è sempre piaciuta  moltissima questa loro semplicità a rispondermi come a dirmi "sono fiori non ti basta?" e mi nasce spontaneo un sorriso prontamente ricambiato. Quindi carissime Antonella e Valentina vi invio virtualmente questi meravigliosi fiori del Nicaragua che si chiamano............... FIORI! Sicuramente esiste il vero nome scientifico ma in questo piccolissimo blog vorrei chiamarli con i vostri nomi

ANTONELLA
VALENTINA (Il fil di ferro che vedi attaccato al legno è perchè lì vicino c'è una baracca, le persone si sono fatte il loro giardino naturale)
So che leggete tutto ciò che scrivo ed effettivamente io scrivo perchè mi piace sapere che c'è chi legge, come mi piace tantissimo scoprire i vostri commenti e altrettanto mi piace commentare sui vostri.
"I blog del mio cast" sono quelli che leggo tutte le mattine appena sveglia, e non solo, li leggo e nel corso della giornata (a volte anche subito) li ragiono per poter ..... dire la mia. Nei blog nulla è "tanto per dire" Credo che i blog servano a questo, condividere e sapere.  Ancora Grazie!


lunedì 23 aprile 2012

C'erano una volta gli indiani (1)


C’era una volta, cinquecento anni fa,  una tribù di nativi americani che viveva nei pressi del maestoso lago Cocibolca il cui capo si chiamava Nicarao, da cui pare derivi il nome “Nicaragua”. Questa tribù viveva in una striscia di terra tra l’Oceano Pacifico e  il lago oggi detto di Nicaragua.  Colombo aveva già scoperto il nuovo mondo e gli spagnoli iniziavano ad esplorare il paese.

Il capitano Gil Gonzales Davila  partì dall’odierna Costa Rica e salì verso nord con i suoi uomini fino ad addentrarsi nelle terre di Nicarao. Erano posti sconosciuti e sicuramente gli esploratori erano in apprensione ma quando incontrarono il capotribù Nicarao sicuramente tirarono un sospiro di sollievo. La tribù accolse gli spagnoli con grande ospitalità e generosità, queste caratteristiche sono un tratto della personalità dei nicaraguensi, la popolazione donò agli spagnoli molti doni tra cui un’enorme quantità di oro.  Il capotribù Nicarao aveva molte domande da fare a questa nuova gente appena arrivata nella loro terra, domande che teneva dentro di se da tantissimo tempo. Nicarao era un uomo curioso  e per lui fu sicuramente una gioia conoscere gente che proveniva da chissà quale parte del mondo.  Secondo le cronache del tempo Nicarao fece alcune di queste domande al capitano Gonzales: Come fanno il sole, la luna e le stelle a muoversi? Come riescono a rimanere sospesi in cielo? Quanto distano da noi? Un giorno smetteranno di brillare? Da cosa ha origine il vento? Qual è la causa del caldo e del freddo, della luce e del buio? Perché nel corso dell’anno la durata del giorno cambia?
Tra i due capi ci furono svariati colloqui, dopodiché Nicarao accettò di giurare fedeltà alla Spagna riconoscendone quindi la piena autorità.
Dopo questo incontro il capitano Gonzales si diresse verso la tribù Chordega, di questa tribù faceva parte un leggendario guerriero di nome Diriangen molto abile nei combattimento.
Il capitano Gonzales incontrò anche questo guerriero che lo accolse con grandi regali, e come con il capotribù Nicarao  chiese a Diriangen di giurare fedeltà alla Spagna e il riconoscimento dell’autorità spagnola.
Diriangen chiese tre giorni per pensarci e li trascorse tutti osservando gli invasori, contando il numero dei soldati e studiando ogni loro mossa  per capire quale fosse  in realtà la loro potenza militare. Diriangen non aveva nessuna intenzione di sottostare alla politica spagnola tanto meno di accettare la religione della Spagna.
Trascorsi i tre giorni Diriangen raccolse 4000 guerrieri e attaccò gli spagnoli. Diriangen fece altri tentativi per salvare le sue terre dagli spagnoli ma gli eserciti e le armi che usavano gli eserciti occidentali erano troppo forti, la tattica di guerra degli invasori era decisamente troppo raffinata  mentre gli indigeni erano armati di tantissimo coraggio. Diriangen had no intention of allowing Captain Gonzalez baptize them, or to make any allegiance to Gonzalez or to Spain. By the end of the three days, Diriangen, with over 4,000 of his tribe, attacked the expedition, capturing one of them and wounding several others. At the end of 1524, Francisco Hernandez de Cordoba completed the conquest of the region, and founded the cities of Leon and Granada.
Così nel 1524 Francisco Hernandez de Cordoba completò la conquista di una regione del Nicaragua  e furono  fondate le città di Leon e Granada.

Le popolazioni nicaraguensi subirono un trattamento atroce, si trattò di un vero e proprio genocidio. Non valsero a nulla tutti gli sforzi del loro primo leader Diriangen a fermare gli spagnoli. Secondo la cronaca dell’epoca si stima che prima dell’arrivo degli spagnoli e al momento della conquista in Nicaragua vi fossero due milioni di indigeni, alla fine della conquista ne rimasero 400 mila, l’80% era stato ucciso.

Del capotribù Nicarao e del suo desiderio di conoscere il genere umano nella sua completezza e fiducioso di essere ricambiato non rimane che una statua così come rimane una statua del coraggioso guerriero Diriangen che ancora oggi i nicaraguensi  riconoscono come loro eroe.
Ho voluto raccontarvi molto sinteticamente una piccolissima parte della grande storia del Nicaragua che assomiglia alla storia di tanti paesi dell'america latina e dove si mescolano realtà e leggenda dei grandi popoli indiani d'america. Una storia che nessuno racconta ma che davvero vale la pena conoscere perchè un popolo si riconoscere dal suo passato.

Parlerò ancora della storia del Nicaragua perchè vorrei far conoscere questa terra e la sua gente.


NICARAO
DIRIANGEN


Gil Gonzales Davila

Ora in Nicaragua Rimangono solkkkk






mercoledì 18 aprile 2012

Titanic ~ The Experience

Avventuriamoci indietro nel tempo! Andiamo ad Orlando in Florida!


Il primo settembre del 1985  Robert Ballard scoprì e localizzò dei relitti del Titanic.



Ed ora ad Orlando in Florida esiste The brand new, 20,000 sq.ft. Il Titanic - The Experience non è una mostra qualsiasi, siamo avvolti dal tempo e dalle cose, veniamo trasportati nel periodo precedente le 2 grandi guerre quando la rivoluzione industriale stava raggiungendo vertici mai visti, quando si gareggiava per costruire la nave più grande.
Bene! All’entrata del museo tutti i visitatori ricevono una carta d’imbarco così entriamo pienamente nell’atmosfera, ci stiamo imbarcando sulla nave sapendo che dovremo condividerne anche tutta la tragicità, nella nostra carta d’imbarco sono indicati la cabina e la classe. Io mi chiamo Elizabeth Gladys Dean o “Millvina” ho la cabina numero 33 e viaggio in Terza classe con la mia famiglia.



Riceviamo un caloroso saluto dal capitano e qui entrano in gioco gli attori ben addestrati che ci accolgono in costume d'epoca, ritraggono famosi personaggi e passeggeri come per l’appunto il capitano Smith o Molly Brown. Si condividono così le storie dei passeggeri. Una riproduzioni in scala del Titanic, compreso il suo scalone, Sala macchine, ufficio del capitano, eliche e motori……. Bellissimo! Exceptionally trained actors in period costume portray famous Titanic notables such as Capt. Smith and Molly Brown, sharing stories of her passengers and crew during your hour-long guided tour, which features a walk out on to the ships Promenade Deck to feel the chill of the cold Atlantic air and view the brilliant night stars, as well as a stop to lay your hand on the freezing cold surface of an Iceberg.











Vi erano schermi che mostravano filmati mai visti del relitto girati durante le più recenti spedizioni. Vi sono oltre 200 reperti e anche tesori che passeranno alla storia tra cui il memorabile film campione d’incassi di Cameron. Costumi di scena meravigliosi!




Il tour prosegue, va avanti, tra reperti, abiti dell’epoca, tutto è emozionante in quanto vi sono anche foto reali che raffigurano gli oggetti o le piastrelle ritrovate. Ad una certo punto si entra in una stanza buia, c’è freddo, quasi gelo. Stiamo entrando nella parte del museo che riproduce la tragica fine del Titanic. Vi è una lastra di ghiaccio solido un blocco molto grande al centro della stanza che si può toccare così tutti possiamo capire il gelo di quella notte. Non possiamo scattare fotografie ne riprendere con la videocamera. Ci siamo trovati sul ponte Promenade e abbiamo sentito il freddo, l'aria glaciale  atlantica, abbiamo visto le stelle di quella notte così brillanti nel buio di quella sera riprodotte sulle pareti,  il buio, le stelle e il gelo ci avvolgevano,  Abbiamo steso la mano su quella superficie gelata dell’Iceberg. Un brivido!
Tutto si conclude, la tragedia titanic si è consumata ora si entra in una sala dove appesi alle pareti appaiono i nomi di tutti i passeggeri e qui scopriamo se siamo sopravissuti oppure no. E un attimo davvero emozionante e nello stesso tempo molto triste……


Io la più piccola passeggera del Titanic sono sopravissuta.
Vorrei spendere qualche riga su questo personaggio che nella sua vita è stata la più piccola e l’ultima sopravissuta alla tragedia del Titanic

Nome: Miss Elizabeth Gladys 'Millvina' Dean
Born Nata il 02 Febbraio 1912

Età al momento dell'imbarco: 2 Mesi
Ultima residenza in Bartley Farm Hamshire England
Last Residenc
Classe 3 - Passeggeri
Primo imbarco: Southampton il Mercoledì 10 Aprile 1912
First
Ticket n. 2315, £ 20 11s 6d
Destination Rescued
Destinazione: Wichita Kansas Stati Uniti
Sbarcata con Carpathia a New York City il giovedì 18 aprile 1912
Disembarked Car
Morta il 31 Maggio 2009

Miss Elizabeth Gladys Dean, meglio nota come Millvina, nata il 2 febbraio 1912. Nel mese di aprile 1912, aveva solo nove settimane di età ed era, con i suoi genitori e il fratello maggiore Bertram, in procinto di emigrare in Wichita Kansas dove il padre sperava di aprire un negozio di tabacchi. Avrebbero dovuto partire con un'altra nave ma a causa di carenza di carbone la famiglia venne fatta imbarcare sul Titanic.
Millvina, la madre e il fratello sono stati tutti tratti in salvo. Suo padre, però, non sopravvisse, e il suo corpo se recuperato, non fu identificato. Sono tornati in Inghilterra a bordo della Adriatica. Ed è su questa nave  che Millvina è diventata uno spettacolo, una bimba in tenerissima età era riuscita a sopravvivere. Passeggeri di prima e di seconda classe facevano la coda per tenerla tra le braccia e scattare fotografie di lei, sua madre e il fratello, molte delle quali sono state pubblicate dai giornali contemporanei.


In uno si legge: “(Lei) era la beniamina durante il viaggio, era così forte la rivalità tra le donne che uno degli ufficiali decise che i passeggeri di prima e seconda classe la potessero tenere a turno per non più di dieci minuti”. (Daily Mirror, 12 Maggio 1912)
'Daily Mirror' una riproduzione del quotidiano del 22 aprile 1912 firmata a mano da Millvina Dean. Il giornale mostra la foto e gli articoli sul disastro del Titanic che era avvenuto la settimana prima. Sulla prima pagina del giornale compare una foto di Eleanor Smith, moglie del capitano del Titanic Smith. Per dimostrare l'autenticità della fotografia Millvina  ha autografato il giornale chiaramente in pennarello nero. Questo giornale è in ottime condizioni.


Millvina non si sposò mai, lavorò per il governo durante la seconda guerra mondiale disegnando mappe, e più tardi nel reparto acquisti di una società di ingegneria. Solo negli anni 70 Millvina è diventata una celebrità. Nel 1997 è stata invitata a viaggiare a bordo della QE2 in America per completare il viaggio della sua famiglia a Wichita, Kansas

Millvina è scomparsa all'età di 97 anni il 31/maggio/2009



Questa storia del Titanic non smette di affascinare. Con la morte di Elizabeth Gladys Dean, conosciuta come Millvina Dean scompare l’ultima sopravvissuta del naufragio del Titanic, l’ultima testimone di un terribile incidente entrato nella storia.


Vi sono molte storie di naufragi ma nessuna ha suscitato tanto interesse, un magnetismo così straordinario. Quel disastro provocò sensazioni particolari tra i suoi contemporanei fino ad oggi.  In questo museo abbiamo visto oggetti e storie reali, un viaggio immaginario all’interno di questa maestosa imbarcazione al suo centesimo anniversario.

Titanic ~ The Experience è ad  Orlando, Florida, al seguente indirizzo:

The Mercado
8445 International Drive
Orlando, FL 32819



sabato 14 aprile 2012

Vacanze negli States

Carissimi amici del mio blog in questi giorni non sono quasi mai collegata perchè mi sono presa una pausa, cioè una vacanza negli States che da qui (Nicaragua) non sono per niente lontani.
Arrivo a Miami, affitto dell'auto e via su su fino ad arrivare ad Orlando Florida, Nasa, Universal Studio, e Museo del TITANIC......... BELLISSIMO! All'entrata vengono consegnate ai visitatori delle cartoline con indicato il nome di un passeggero, io ero una certa Elizabeth Gladys Dean detta "Milvina" di soli 9 settimane di vita. Vi racconterò più dettagliatamente di questa giovanissima passeggera del Titanic che
 viaggiava in Terza Classe nella cabina numero 33 con la sua famiglia. Alla fine del Tour una lista di tutti i passeggeri indicava se il proprio personaggio era sopravvissuto oppore no.
Godere dei paesaggi della Florida e ritornare a Miami passando da Naples. Si scoprono luoghi incantevoli affacciati sull'oceano e città e paesini sconosciuti. 8 giorni di vacanza negli States. Altra  gente, altra vita, a sole 2 ore di volo dal Nicaragua sembra un salto di 50 anni avanti. Ci domandiamo com'è possibile una differenza così abissale di stili di vita. qui agli universal Studio vi dedico questi cocktail Analcolici, un pensiero a voi, a presto cari amici.


Colazione Americana, appena arrivata a Miami è d'obbligo
Anche il caffè però è d'obbligo

martedì 3 aprile 2012

Ascoltiamo ...... la lingua dei segni!

Questo video interpretato in lingua dei segni da Sean Berdy e cantato da Enrique Iglesias credo che esprima profonda dolcezza. Non è la storia degli interpreti che voglio raccontare ma.......................................



Sean Berty è nato in Florida nel giugno 1993. E' un comico e attore cinematografico sordo e performer dal vivo. Ha iniziato a recitare quando era ragazzino e ha avuto successo nel cinema. E' nato sordo, cresciuto in una famiglia di sordi.
Di se stesso dice: "Ad essere sinceri, non c'è nulla di quello che ho visto o vissuto che mi abbia influenzato a intraprendere la carriera cinematografica, si tratta di una passione, quando sono nato fin dal primo giorno, recitare è stato qualcosa di incredibile per me. Per me è importante dare autentico divertimento agli spettatori."
Il mio interesse per la lingua dei segni è nato da quando qui in Nicaragua ho incontrato un gruppo di giovani e giovanissimi che ha imparato questa lingua per aiutare la popolazione dei sordi.
La lingua dei segni nicaraguense (o ISN, idioma de señas de Nicaragua o idioma de signos nicaraguense) è una lingua dei segni che si è sviluppata e cresciuta tra i bambini sordi negli anni 70 e 80. Questo fenomeno è stato motivo di studi per i linguisti perchè tutt'oggi offre un'opportunità unica di studiare la nascita di una nuova lingua
Per i bamnbini sordi in quegli anni si era iniziato un programma di apprendimento della lingua, più precisamente enfatizzava lo spagnolo parlato e la lettura delle labbra mentre l'uso dei segni da parte degli insegnanti era limitato all'utilizzo di semplici segni per indicare le lettere dell'alfabeto e nulla più.
Il programma per i bimbi sordi non ebbe successo poichè molti studenti non riuscivano a cogliere il significato delle parole. Comunque nei momenti in cui i bambini rimanevano linguisticamente appartati dai loro insegnanti e cioè mentre giocavano nel cortile della scuola e nei corridoi  comunicavano tra loro. Usavano una combinazione di gesti di segni molto caserecci, sembrava un sistema di comunicazione simile a quello di due stranieri che cercano di capirsi.
I bambini stavano creando la loro lingua.
fotografia dal sito oliviero.it

Gli insegnanti erano ignari della creazione della nuova lingua, vedevano i bambini gesticolare come mimi e fallire nell'apprendere lo spagnolo.
Incapaci di capire cosa i bambini si stavano dicendo chiesero un aiuto esterno e nel giugno del 1986 il Ministero dell'educazione contattò Judy Kegl, un esperta della lingua dei segni americana. Appena Kegl e gli altri ricercatori cominciarono ad analizzare la lingua notarono che
i bambini più piccoli avevano portato la semplice lingua dei bambini più vecchi ad un alto livello di complessità, con accordo tra verbo e soggetto e altre convenzioni grammaticali.
Questa lingua complessa dei segni è oggi conosciuta come idioma de señas de Nicaragua (ISN).
"Il caso del Nicaragua è assolutamente unico nella storia", sostiene Steven Pinker, autore de L'istinto della lingua. "Abbiamo potuto osservare come siano i bambini - non gli adulti - a generare la lingua, e abbiamo avuto la possibilità di studiare il processo in grande dettaglio.
fotografia dal sito babytalk.it

 Ed è la prima e unica volta che abbiamo davvero visto una lingua venire creata dal nulla".
Purtroppo però nella realtà sono molto pochi i bambini che possono permettersi di recarsi a Managua nella capitale per studiare questa lingua dei segni,  se un bambino è sordo in Nicaragua non può frequentare  la scuola per sordi e neppure stare a contatto con altri sordi, basti sapere che si sta ancora combattendo l'analfabetismo.
Qui la forza sono i giovani e i bambini e  lo dimostrano il passato  e il presente!

BUONA VISIONE !




domenica 1 aprile 2012

Ahi, la sveglia!


Anche oggi al risveglio non posso fare altro che constatare che sarà un’altra giornata caldissima. Poso i piedi giù dal letto e, come sempre, mi dico che sono già in ritardo. Trascorsi cinque minuti dal risveglio le energie se ne andranno tutte quante a causa del clima torrido quindi dovrò fare i conti, come ogni volta, con le riserve che ho accumulato precedentemente e non so neppure quando e dove, so che ci sono e le uso proprio tutte.

(5 minuti dal risveglio)
Ma il risveglio di oggi è stato anche piuttosto beffardo, guardo l’orologio al computer come ogni mattina, e mi appresto a prepararmi. Tutta belle pronta e zaino alla mano  esco dalla mia camera per andare in cucina a fare colazione.
“Sei già pronta e vestita?” mi dice Valentina mentre attraverso la sua camera.
“Già... Certo!” rispondo io notando che lei invece è ancora beatamente a letto
“ah” mi dice lei
 Mi rendo conto che c'è qualcosa che non quadra  quindi domando (ma non so perché lo faccio) “Che ora è?”
“Sono le 7.00” risponde lei
“Impossibile il mio computer fa le 8”  dico io stizzita con me stessa
“Ti assicuro che sono le 7.00” mi risponde sogghignando lei “Sono proprio le 7.00”
Ritorno in camera mio e riguardo l’ora del mio computer che imperterrito segna sempre le 8.00. Apro quindi la finestra gadget del fuso orario e …………… ecco trovato l'inghippo, ho l'ora di............ Guadalajara? e non del Nicaragua! Dov'è finita l'ora del Nicaragua, non c'è più.  Com’è potuto accadere? Non ne ho la più pallida idea!
(Mi sono persa un'ora di sonno)
Ma chi mai ha impostato l’ora di Guadalajara? Questi aggeggi elettronici a volte ho l’impressione che si burlino di me, anzi credo che ora questo “coso” di computer si stia sbellicando in qualche intrinseco  angolino della sua supermemoria.
Inutile tornare a dormire c’è solo un’ora di differenza quindi eccomi qui a scrivere queste due righe di post.

Zaino in spalla .... suvvia! Il Nicaragua è là fuori che mi aspetta,  o sono a Guadalajara?  Se sono a Guadalajara e non me ne sono accorta allora devo davvero essere impazzita!

M’incammino "por la calle" e non ho dubbi, rivedo come ogni mattina tutta la “mia” bella gente che ormai si sta abituando alla mia presenza “chelita” (traduzione di bianchetta) non sono più diffidenti o curiosi come nei primi tempi ora mi sorridono come fossi quasi una di loro, ad ogni angolo ricambio i loro “adios”. Anche oggi sono felice di essere qui in mezzo al cast che fa parte della mia vita in questi mesi.

Vorrei presentarvi un pò il "set" di questo cast, ecco alcune case

 

La gente comune vive in case come queste fatte di assi e lamiera

o di fango e legno
Quasi tutte le case hanno all'esterno una latrina, come quella che si vede a destra di questa casa

La gente che mi piace

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa q...