domenica 29 luglio 2012

Grazie da MEYBEL, JAHOSKA Y BELKIS


Meybel Oporta, Jahoska Oporta y Belkis Acevedo



Hola estoy feliz que hayan leido mi escrito sobre Alfonso Cortés. Me alegra mucho  y me conmueve saber que les interesa la literatura mas cuando se trata de Nicaragua . Espero que en cada linea que lean se imaginen como fue Alfonso Cortes. Espero escribirles de nuevo.

MEYBEL OPORTA

Hola, estoy muy contenta de que les haya gustado el artìculo que preparé para ustedes, en realidad es un tema muy interesante y me gusta mucho que personas de todas partes del mundo puedan conocer un poco nuestro pais. Espero poder escribirles pronto.

                                                            JAHOSKA OPORTA



 Hola, quiero agradecer todos los que escribieron sobre mi ensayo, estoy muy contenta y pronto saldrà la tercera parte. Saludes a todos.  Espero que les guste.

(SECONDA PARTE)
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Traduzione

Ciao sono felice che abbiate letto i miei scritti riguardo ad Alfonso Cortes. Sono contenta e mi commuove sapere che vi interessa la letteratura e ancora di più quando si tratta del Nicaragua. Spero che ad ogni riga che leggiate possiate immaginare come era Alfonso Cortes. Spero di scrivervi ancora.

Meybel Oporta

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Ciao, Sono molto felice che vi sia piaciuto l'articolo che ho preparato per voi, in realtà è un tema  molto interessante e mi piace che persone di tutto il mondo possano conoscere  un  po' il nostro paese. Spero di potervi scrivere presto.

Jahoska Oporta


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Voglio ringraziare tutti coloro che hanno scritto sul mio saggio. Sono molto felice e presto uscirà la terza parte. Vi saluto tutti! Spero che vi piaccia.

 

sabato 28 luglio 2012

Alce Nero

"Non è come nasci, ma come muori, che rivela a quale popolo appartieni"
(Alce Nero /1890)


Alce Nero, in lakota Hehaka Sapa
Alce Nero sioux, apparteneva alla stessa comunità dei Sioux Oglala del mitico Cavallo Pazzo, di cui era cugino. Era solo un ragazzino di 12 anni quando partecipò alla battaglia di Little big Horn, dove un'alleanza di tribù condotta da Toro Seduto, sconfisse il generale Custer. Alce Nero fu testimone del massacro di Wounded Knee, terminò definitivamente la resistenza contro i bianchi e ci fu il declino e la fine quasi completa delle tradizioni lakota.


 Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose.
Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia................, Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno.....
Alce Nero

giovedì 26 luglio 2012

Belkis e i Primi Abitanti - Seconda Parte

Eccoci qui, Belkis ci offre la seconda parte dell'affascinante storia del Nicaragua.

UBICAZIONE GEOGRAFICA DELLE VARIE TRIBU' INDIGENE

REGIONE CENTRALE

LOS CHONTALES
Los Chontales occupavano il territorio dell'attuale dipartimento che porta lo stesso nome e Boaco e parte del Rio San Juan.
Dal Web sito Boaco

Dai dati archeologici si evince che le prime tribù dei Chontales popolarono questa zona nell'anno 600 e 630 dell'era cristiana. Si sa che queste tribù erano agguerrite e furono tra le ultime ad essere sottomesse dagli spagnoli durante la conquista del territorio del Nicaragua.
Los Chontales, parlavano la lingua Nàhuatl Chontalli che significa "straniero o barbaro", non erano gli abitanti originali della regione ma un popolo straniero che migro in questa terra nel 1300.
Alcuni storici affermano che erano discendenti dei Maya che stabilitisi in Honduras e Guatemala crearono poi unaloro propria  cultura molto ricca di architettura e un tipo di scultura che ora si può ammirare nel Museo Aquilar Barea de Juigalpa. Inoltre avevano relazioni commerciali e di interscambio di ceramica, questi erano chiamati Nahoas o aztecarios, tribù messicana che emigrò dal nord del Centroamerica
Queste tribù avevano una cultura Maya Tabasquena o di Oazaca. Gli spagnoli consideravano i Chontales dei barbari o stranieri nonostante fossero loro i conquistatori di questa terra.
Dal Web sito Boaco

LOS ULWAHS
Occuparono Matagalpa, Nueva Segovia, che derivavano dai Sumus o Hayagnas



Gli indios Ulwhas erano i più giovani del ramo dei Sumos o Mayagnas, impararono dai loro padri l'uso e l'applicazione delle radici, foglie e conchiglie mediche e si dedicarono a curare le malattie.
Furono molto aprezzati dalle tribù vicine così che si divulgò la loro fama di medici e curatori.

Mujer Indígena Sumu mayagnas

REGIONE ATLANTICA

Popolazione indigena della costa caraibica
Erano nomadi, comunque un gruppo di loro preferì stabilirsi in luoghi vicino ai fiumi e al mare e si dedicavano alla caccia e alla pesca
Los Miskitos y Sumos si stabilirono al nord centrale e litorale della costa atlantica e i Rama si stabilirono nel sud dal Rio San Juan fino al Rio Escondido.

Por Freddy Quezada  http://www.upoli.edu.ni/index.php?index=E91

GRUPOS ETNICOS DE NICARAGUA-   Los caribeños nicaragüenses

Los Miskitos, Mayagnas o Sumos e i Ramas che occuparono la regione dell'Atlantico del Nicaragua, più tardi denominata costa de los Miskito, formarono gruppi erranti. Un tempo occupavano l'istmo di Rivas dove furono poi cacciati dai Chorotegas, dopo un periodo di peregrinazione conquistarono la costa Atlantica.

wikispaces.com



blog.theinnocent.org

In tutto il nostro paese si trovano testimonianze dell'esistenza degli indigeni come urne funerarie e vasi utilizzati per i loro morti, registrati su reperti di pietra e di ceramica. Si sono anche trovati reperti di utensili domestici usati dagli indigeni.

Chorotegan Ritual Pyre http://sjrmsburon.wikispaces.com/Nicaragua+Sp+3+A

Nahuan Artifact http://sjrmsburon.wikispaces.com/Nicaragua+Sp+3+A


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Belkis sta già preparando la terza parte, quindi a presto!

mercoledì 25 luglio 2012

Il dopo e il prima....Tiziano Terzani


Playa La Flor . San Juan del Sur (Nicaragua)

.. ci sono giorni nella vita in cui non succede niente,
giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia,
quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così,
e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato,
capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato
ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente.  Ma non c'è più.



*Tiziano Terzani* 

sabato 21 luglio 2012

Belkis e i Primi Abitanti

Carissime amiche, vi ricordate il mio PROGETTO (andate a sbirciarci su, dai!) ora segue la "ricerca" della mia BELKIS, dopo EL GUEGUENSE, dopo la nostra JAHOSKA e la nostra MEYBEL ecco che le nostre ragazze invitano voi bloggers a leggere un altro po' di storia di questo splendido Nicaragua perlopiù sconosciuto.
Ricordate? Questo è il paese degli INDIANI.
Da quando sono qui ho un unico desiderio: dare considerazione e un po' di gioia a queste giovani ragazze ma come sempre sono loro che danno tanta gioia a me.
Per loro scrivere un post per me è diventato una vera missione e sono smaniose di raccontare la loro terra e le loro tradizioni. Sono commossa da quanto siano accurate.
I loro sorrisi e le loro parole mi arrivano fino al cuore e vorrei, per quel po' che posso fare, raggiungere tutti coloro che vogliono leggere queste loro ricerche che con fatica e nessuna comodità svolgono per noi.
Quando Belkis è venuta a darmi questa relazione mi ha invasa dicendomi: Carla ho preparato il post, però non è tutto ho anche una seconda parte. Hai capito? questa è la prima parte...... lo scrivo? Te lo appunto? Allora ok? la seconda parte è pronta per la prossima settimana.... e poi dopo questa di che cosa possiamo parlare? di tutto? proprio tutto?
Quanto entusiasmo c'era su quei fogli  accuratamenti staccati da una quaderno!
Buona lettura! Sentirete che fascino.....Aspettiamo i vostri commenti!

Belkis
ORIGINI E STILI DI VITA - I PRIMI ABITANTI
Molto prima che tu nascessi il nostro paese fu abitato da tribù e società indiane che avevano diversi nomi. I più importanti e più sviluppati furono i Chorotegas e i Niquiranos
Erano tribù o società arrivate dal sud del Messico  per diverse ragioni: alcune in fuga dalla schiavitù, altre per sfuggire alla fame e per molte altre necessità.
La maggior parte di loro scelse di vivere sulla costa del pacifico, dove ancora oggi vi sono molte fonti di acqua  e buona terra, intenzionati a coltivarla e renderla produttiva.
Lontani dal loro paese di origine dovettero imparare a vivere in questo territorio e nello stesso tempo desiderosi di conservare la maggior parte dei loro costumi e delle loro tradizioni.
E' per questo che molti costumi e tradizioni indiane delle nostre regioni del pacifico e centrale sono molto simili a quelle messicane
Anche dal Sud America arrivarono popoli nuovi che si fermarono a vivere  nella costa dei Caraibi. Questo gruppo di abitanti  si dedicava alla caccia e alla pesca e attualmente sono gruppi che  vivono ancora allo stato puro come i Miskitos, Mayagnas o Sumos e i Ramas.
Nahuas  -  http://www.tec-search.net/es/group/218146/Nahuas

miskito www.myweb.unomaha.edu
miskito www.unhcr.otg


Niños indígenas de Punta de Aguila  - www.calpi.nativeweb.org

Mujer Indígena Sumu mayagnas

Sebbene abitassero inizialmente in alcune zone del Pacifico il loro scarso sviluppo, specialmente in relazione alla guerra, fece si che venissero vinti da tribù più forti che li spinsero fin verso l'Atlantico.
Inoltre  avevano altre culture e altre credenze specifiche dei popoli che abitavano nel Pacifico e nella regione centrale, però tutti loro insieme formarono  la base affinchè il nostro paese divenisse un paese Multi-Etnico e Multi-Culturale.

INDIGENI   REGIONE DEL PACIFICO
LOS CHOROTEGAS O MANGUES
Provenivano dal Messico

Los Dirianes vivevano in Nandaime (ora Granada), Diriamba, Managua, Masaya.
In questa tribù è famoso il Cacique Diriangen che affontò gli spagnoli quando arrivarono in territorio nicaraguense. (vedi URL)
LOS DIRIANES Y LOS CHOROTEGAS.
Poblaban esta tierra desde muy remotos tiempos y a las cuales incluían: Masaya, Catariana, Niquinohomo, Diría y Diriomo http://www.manfut.org/granada/diria.html


descendientes de los chorotegas  - http://diversidadetnicayracial.blogspot.com/

Dominga Perez. Líder chorotega de la resistencia indígena  http://chorotegasdelnorte.blogspot.com

LOS NAGRANDANOS
Occuparono gli attuali dipartimenti di Chinandega, Leòn, Estelì e Madriz.
E occuparono il villaggio Imabite che era il luogo dove fu fondata l'antica città di Leòn y Sutiaba, quartiere situato dove oggi sorge l'attuale città di Leòn.
 

Il popolo del Nicaragua ha voluto omaggiare il grande coraggio e la fiera resistenza che opposero le popolazioni locali contro la sottomissione dai primi spagnoli che arrivarono in queste terre, in particolare il “Monumento a la resistencia indigena” è il giusto tributo ai 18 caciques (indios) che furono fatti sbranare da cani affamati nella vecchia Leon per ordine di Pedrarias Devila il 16 giugno del 1528.
http://www.latinoamerica.it/archivio/leon.htm










LOS NIQUIRANOS
Provenivano dal Messico come i Chorotegas. Occuparono il territorio della sottile lingua di terra di Rivas e le Isole di Ometepe e Zapatera situate nel grande lago.

Chorote - http://www.ficmi.org/chira/history.htm

Il Capo di questa tribù  era el Cacique Nicarao il cui vero nome era Macuil Miquiztte.
La capitale era Quanhcakdca  e che erroneamente veniva chiamata Nicaraocalli, oggi si chiama San Jorge (Rivas).

Questi gruppi indigeni  di cultura avanzata  incominciarono ad arrivare dal nord  a partire dall'anno 800 dopo Cristo.


I PRIMI POPOLI  CHE ARRIVARONO IN NICARAGUA PROVENIVANO DA:
  • AMERICA DEL SUR
  • Gruppo etnico - Macro - chibcha
  • Si stabilirono nell'Atlantico
  • Poco sviluppo tecnico
  • Attività economica
  • Non praticavano l'agricultura
  • Vivevano di caccia e pesca
  • Erano gruppi semi nomadi
e
  • MEXICO
  • Erano gruppi NAHUATL
  • Si stabilirono nel Pacifico e nella regione centrale
  • Avevano un sistema di Calendario e conoscevano l'Astronomia
  • Avevano un sistema di numerazione, pesi e misure
  • Mentalità religiosa sviluppata e vincolata con l'agricoltura e altre attività economiche come il commercio, la caccia, la pesca, ecc...
  • Erano società stanziali che avevano sviluppato il senso della proprietà sulla terra  come patrimonio sociale.
Tres mujeres  - Mauricio Rizo
Tutti svilupparono in gran misura l'agricoltura  e un influente pensiero religioso con un grande insieme di dei dedicati a fenomeni naturali
Costruirono anche una forte economia basata  sulla coltivazione di mais, del cacao e un sistema tributario molto efficiente, erano grandi astronomi.

MAIS   -   FAO/Gigli/Nicaragua/1991

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Care Bloggers fin qui Belkis vi ha parlato delle tribù indigene della regione del Pacifico, nel prossimo post vi parlerà delle tribù indigene della Regione Centrale, quindi per ora
FINE PRIMA PARTE

 Scritto da Belkis
tradotto da.......... me (ahimè)
Ci si scrive per la seconda parte. Belkis! 


mercoledì 18 luglio 2012

Jan Davidsz De Heem (1606 - 1683)

SILVIA  HA INDIVIDUATO L'ARTISTA
dopo il mio POST relativo ai
TRADUTTORI

ECCO IL DIPINTO COMPLETO




 




Rivediamo lo stesso strumento, gli stessi manoscritti, cambia il tavolo e non c'è il calamaio



Il calamaio ora è sulla destra, non c'è lo strumento

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Jan Davidsz de Heem, uno dei più grandi artisti barocchi di nature morte, nasce ad Utrecht nel  1606, in una famiglia di calvinisti emigrati dalle Fiandre cattoliche e vive parte della vita in Olanda e in parte nelle Fiandre.
A quell'epoca le guerre religiose influenzarono anche il campo artistico: la Riforma Protestante aveva creato le condizioni per uno sviluppo di una nuova iconografia che privilegiava le nature morte.
 
Composizioni cromaticamente raffinatissime di antichi codici, simbolo della "vanitas" della vita degli studiosi.
Le nature morte, prodotte nel Seicento nei Paesi Bassi, si differenziano generalmente da quelle italiane e francesi, per un simbolismo ben codificato, nascosto apparentemente fra i vari oggetti rappresentati.
Per questo motivo, ogni cosa dipinta, ha uno o più significati, che svelano il messaggio morale o religioso nascosto.
Così, dipinti che rappresentano dolci e vivande, alludono al mistero della fede; i cesti di frutta, alla caducità dell’esistenza e alla sua continua inclinazione verso il male; i dipinti floreali, alla morte e resurrezione e libri e strumenti musicali sono l'icona delle "Vanitas vanitatis", vanità delle vanità del sapere.
 
Per saperne di più: Settemuse

Purtroppo cara Silvia qui da me non si vince niente ma hai tutta la mia stima!

lunedì 16 luglio 2012

TRADUTTORI! Articolo 70 comma 3

..........della  legge sul diritto d'autore

Tralascio l'intero articolo e cito il comma
3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta.
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... non è un'abitudine citare il nome del traduttore nemmeno quando è riportato un  lungo estratto del testo tradotto.

Onestamente, fossi io il traduttore, riterrei molto mortificante  questa mancanza di considerazione per una lavoro così utile.
Non voglio dilungarmi molto su questo argomento perchè la logica già ci dovrebbe portare a conoscere le ragioni per voler citare (se lo si conosce) il nome del traduttore.
D'ora in poi cercherò di sforzarmi nel citare il traduttore, ma da quel che ho capito sarà un'impresa ardua visto che il più delle volte non se ne trova traccia.
Beh...però è la legge che ce lo dice. Vero!?
Cercherò di fare del mio meglio.


 Senza il lavoro dei traduttori tanti libri antichi non sarebbero arrivati a noi


Ora mi sorge un'altro dubbio....... ma chi è il pittore di questo stupendo dipinto? E' un particolare del dipinto o è l'intera opera?
Mi sembra ingiusto non citarlo, qualcuno mi può aiutare?
Buon lavoro a tutti!

domenica 15 luglio 2012

Non vivere su questa terra come un inquilino

Ragazzo mio
non vivere su questa terra
come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda: in questo mondo
devi vivere saldo,
vivere come nella casa paterna.
Credi al grano, alla terra, al mare;
ma prima di tutto all'uomo.
Ama la nuvola, il libro, la macchina,
ma prima di tutto l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole, della pioggia e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto godi dell'uomo.
NAZIM HIKMET
Il traduttore dovrebbe essere Joyce Lussu, che ha tradotto tutte le poesie di Hikmet.
Su preziosa segnalazione di Silvia del Blog http://ninehoursofseparation.blogspot.com/ 



sabato 14 luglio 2012

Pessima giornata ma non troppo

C'è un punto nell'universo invisibile a tutti quanti noi è il punto dove vivono LORO, e poi ancora LORO e ALTRI ANCORA  più se ne parla meno si ascolta. Allora io mi domando se è giusto parlarne o se lasciare nel completo abbandono determinati argomenti.
Voglio vivere  le mie esperienze  e osservare i progressi di questa realtà, tra poco terminerà o meglio scadrà il tempo della mia permanenza qui è sarà molto doloroso.
Quel punto nell'universo io l'ho trovato stando qui, cercando di far conoscere un po' di questa gente questi POETI  un po' di STORIA e ce l'hanno raccontata JAHOSKA  e MEYBEL, ho parlato di PULPERIE, del GUEGUENSE  e poi avevo di un PROGETTO IN VISTA   che  ancora sto cercando di sviluppare, progetto importante  per i giovani che mi chiedono spesso come sta andando. Vedremo di farlo andare bene anche se non sta avendo molto riscontro.
Interessano altri argomenti......... come questa NOTIZIA per esempio

Pessima giornata.... pessimismo in vista!

Ora devo cercare di coccolarmi con pensieri e ricordi positivi quindi 




Son solo pensieri però!
Per ora.....

mercoledì 11 luglio 2012

Umanamente soppresso

Notizia riportata da www.corriere.it

Esecuzione a Belfast: ucciso il cane Lennox Colpevole di assomigliare a un pitbull


Ma alla prova del Dna era risultato un incrocio fra un American Bulldog, uno Staffordshire Bull Terrier e un Labrador


«Il cane Lennox, appartenente a una tipologia illegale di pitbull terrier, è stato umanamente soppresso, in accordo con l'ordine della Corte della Contea riaffermato dalla Corte d'Appello dell'Irlanda del Nord». Così «umanamente» il Consiglio della città di Belfast ha confermato l'esecuzione del cane Lennox. Sette anni, amato e coccolato da una famiglia di Belfast fino al maggio del 2010, quando le guardie zoofile lo hanno imprigionato. La sua colpa? Assomigliare a un pitbull, razza proibita in Gran Bretagna dal Dangerous Dogs Act, per una legge che la considera pericolosa del 1991.


TEST DEL DNA - Lennox, però, ne aveva l'aspetto fisico ma non era un pittbul. «Gli era stato fatto il test del Dna - ha raccontato Caroline Barnes che ha lottato due anni perché Lennox non venisse ucciso - e questo ha dimostrato chiaramente che è un incrocio fra un American Bulldog, uno Staffordshire Bull Terrier e un Labrador». Per Caroline Barnes e sua figlia Brooke, una ragazzina disabile di 12 anni, Lennox era stato un compagno di giochi affidabile. Mai un morso, mai un'aggressione. Un compagno capace di comprendere gli stati d'animo della ragazzina. Ed è stato proprio in nome dell'amore l'"amico di famiglia" che Caroline era riuscita a portare la sua battaglia sul web, coinvolgendo animalisti di altri paesi. La petizione online Save Lennox e la campagne dei social media hanno portato a numerose proteste a Belfast e a New York per chiedere che Lennox fosse liberato e potesse vivere . Tutto inutile. Inutili le petizioni.
SICUREZZA - «A nulla è valso l'autorevole intervento della Regina Elisabetta II e quello del premier nordirlandese» ricorda in una nota il presidente nazionale dell'Enpa italiana, Carla Rocchi che continua: «La municipalità di Belfast con un gesto di inaudita crudeltà, ha così deciso di schierarsi contro la scienza medica veterinaria, contro le ragioni del buonsenso e dell'umanità, contro milioni di persone che in tutto il mondo si sono mobilitate per invocare un atto di umanità e ragionevolezza». Non sono servite neppure le proposte alternative, come gli affidi internazionali proposti da diverse organizzazioni mondiali. Ma l'esperto del Consiglio comunale di Belfast, non ha avuto titubanze: ha descritto il cane come «uno dei più imprevedibili e pericolosi cani mai incontrato». E pur «rimpiangendo l'azione necessaria» di uccidere Lennox, ha sottolineato che «la sicurezza pubblica resta la priorità»


11 luglio 2012 | 20:05

lunedì 9 luglio 2012

Timbuctu'


Molte volte in questo blog ho parlato di tutto il silenzio che avvolge la sventura di molte persone, la conseguenza drammatica è che anche la loro storia viene distrutta quindi c'è una tragedia nella tragedia. Il furore non si ferma e i poveri di Timbuctù sono feriti nella loro storia e nella loro cultura.


Sta succedendo nella "perla del deserto" del Mali che dal 1988 è patrimonio mondiale dell'Unesco.


hanno promesso:
"distruggeremo tutto"

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Iniziativa partita da Antonella e Audrey 



" Jhon Ruskin, studioso del restauro e fondatore di quella che Camillo Boito definì " corrente ruinista " era convinto che i monumenti e le opere d'arte fossero un patrimonio collettivo appartenente a tutta l'umanità, intesa come coloro che sono, coloro che furono e coloro che verranno e che quindi, come tali, andassero conservati e preservati nella loro interezza e mai, per nessuna ragione, distrutti "




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Il mio commento è quello dello stesso John Ruskin:

"L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo."
* John Ruskin *



domenica 8 luglio 2012

A te... Vale!


Li riconosci? Certo!
Giorni duri ma felici
Ci si rivede in Italia
Un'esperienza condivisa e che non dimenticheremo mai...
Grazie!


giovedì 5 luglio 2012

E loro? Non son solo bei volti!

Tutto ciò che abbiamo in realtà non ci appartiene, è un tutto che appartiene anche ad altri, anche a tutti coloro  che non hanno ciò che gli spetterebbe di diritto, forse noi popoli civilizzati, come amiamo definirci, abbiamo rubato loro tutto, senza saperlo… forse! Ora dovremmo incominciare a restituire qualcosa, dovremmo partire  restituendo loro un po’ di quella dignità che con il nostro consumismo sfrenato abbiamo rubato loro.

Non voltiamo pagina, fermiamoci un attimo e guardiamo, non spaventiamoci di fronte a tanto dolore, nel preciso istante che stiamo leggendo queste righe c’è chi vive orrende realtà. Chiudiamo gli occhi e ascoltiamo il silenzio, c’è chi sottovoce, con un filo di voce, vuole essere considerato un essere umano e non solo qualcosa da dimenticare….

















La gente che mi piace

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa q...