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martedì 9 settembre 2014
Una donna dell'Africa centrale
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8 commenti:
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Nei nostri paesi civilizzati questo non accadrebbe, lei si ribellerebbe e minaccerebbe di lasciarlo. Lui allora applicando una regola chiamata femminicidio, in uso nei paesi civili, l'ammazzerebbe.
RispondiEliminaQuanta tristezza e rabbia si prova quando si leggono queste notizie!
Buona giornata un abbraccio
enrico
Tutta la crudezza del nostro sistema .
EliminaCiao Enrico e buona giornata a te
Quando, anni fa, i nostri missionari raccontarono delle donne africane, mi venne facile fare il paragone fra la loro situazione e la nostra, di persone con diritti scritti sulle carte.
RispondiEliminaChe vita faceva, che fa ancora oggi, la donna nella nostra società? Al mattino si alza, prepara la colazione per tutta la famiglia, preparara le merende, porta i piccoli a scuola, vive con l'ansia del traffico, arriva davanti all'edificio scolastico col cuore in gola cercando di non incontrare gli sguardi severi delle bidelle, si reca sul posto di lavoro, sempre col tictac dell'orologio come leitmotiv. Siede e lavora sapendo che gli sguardi sul suo lavoro saranno severi, che dovrà dare quel "meglio di sè" che vorrebbe/dovrebbe riservare esclusivamente alla famiglia. Nella pausa pranzo torna a casa e lava le tazze della prima colazione, fa i letti e torna al lavoro con il pranzo veloce, consumato mentre lavorava, sullo stomaco. A fine giornata stacca dal lavoro (che non sarà ricompensato come quello maschile), riprende i bimbi da scuola, stanchi per il tempo lungo che li ha sfiniti e corre a casa per preparare la cena. Rigoverna e ascolta figli e marito, telefona a casa dei genitori e suoceri per sapere se tutto va bene e mentre fa la doccia pensa al giorno dopo, mettendo in fila ogni fatto, ogni visita di controllo dal dentista e trema al pensiero che un figlio si ammali... pensando preoccupata al conto in banca che è spesso sul filo del "rosso".
E' stanca ma nessuno le riconosce il diritto di esserlo, neppure il marito che tornando dal lavoro si siede a leggere le notizie e accende la tv.
Quel che da noi è diverso, ora, è che le cose stanno cambiando per merito delle giovani generazioni che cominciano (sono solo agli inizi) a scambiarsi i ruoli.
Che fatica essere donne, sotto ogni cielo.
Ciao Carla, scusa se mi sono dilungata. Buonissima giornata.
Non ti sei dilungata cara Sari, anzi... tutto considerato hai usato poche parole per descrivere la giornata tipo della stragrande maggioranza delle donne. Non si può descrivere tutta la fatica che dura tutta una vita sotto questo cielo.
EliminaUn fortissimo abbraccio Sari!
Ciao Carla, sapevo che in certi paesi la donna è considerata quasi niente, ma non sino a questo punto. Intanto noi, in Europa, siamo a disquisire sul fatto che una donna prende meno soldi di un uomo a parità di lavoro (cosa sulla quale non sono assolutamente d'accordo, a parità di lavoro, parità di retribuzione), ma, confrontata alla situazione che ci spieghi penso che il cammino da fare è ancora molto lungo. Ciao e buona settimana.
RispondiEliminaA questo punto mi viene da pensare che passi avanti non se ne siano fatti e se invece si è fatto un passo avanti se ne stanno facendo anche molti indietro. La storia è decisamente ferma oltre a fatto che si ripete sempre inesorabilmente.
EliminaBuona giornata Elio
E' triste dover riconoscere che in tutte le culture, anche se in misura diversa, ma anche nella nostra, il peso maggiore delle incombenze è sulle spalle delle donne. E se poi in Africa, in alcuni posti, ancora viene praticata l'infibulazione, da noi viene praticato il femminicidio. Povere donne.
RispondiEliminaMolti parlano di punti di vista ma come nel caso delle guerre qui si tratta solo di disumanità, mancanza di considerazione per "l'altro", mancanza di empatia. Io credo che non dovremmo più considerarci per diversità di uomo e donna ma per la splendida diversità tra persona e persona.
EliminaUn caro saluto Ambra