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mercoledì 2 dicembre 2015

Pablo Antonio Cuadra


Pablo Antonio Cuadra, un artista nato a Managua in Nicarargua nel 1912 e morto nella stessa città nel 2002-
Nel corso della sua vita si occupò di poesia, teatro, critica e tra le molte passioni anche le arti grafiche.
La sua era una famiglia legata alla politica e quindi alle leggi, venne naturale la scelta dei suoi studi appunto in Legge.
Fu un difensore delle classi povere del suo paese, lottò duramente per queste classi tanto che venne imprigionato e mandato poi ad un lungo esilio.

In questo Blog ho scritto molte volte che

giovedì 26 novembre 2015

QUESTE SON LE "FIABE" FIGLIA MIA

Daisy Zamora (Managua- Nicaragua 20 giugno 1950)


FIABE  

(da A cada quién la vida, 1993)


Biancaneve rifiutò di fare la serva ai nani,

e non le permisero di entrare nella casetta.
Cenerentola denunciò per maltrattamenti la sua matrigna.
Senza fucile non entro nel bosco, disse Cappuccetto,
dopo che il lupo la seguì per la prima volta.
(La nonna non ha mai aperto la porta senza prima guardare).
Pelle d’Asino osò denunciare l’incesto di suo padre.
La Sirenetta non morì d’amore. Nemmeno si illuse
che un principe l’avrebbe sposata.
Quando la Bella incontrò la Bestia, lo amò com’era,
senza aspettare qualche tipo di miracolo.
Riccioli d’Oro non provò neppure ad assaggiare la minestra;
gli orsi l’avrebbero divorata all’istante.
La Principessa sul Pisello non accettò di dormire
sopra tanti materassi, e gridò che se dubitavano
del suo lignaggio, andassero tutti all’inferno.
Alice non viaggiò mai nel Paese delle Meraviglie
e la Bella Addormentata si coricò, annoiata,
perché non le permettevano mai di fare quello che voleva.
Queste sono le fiabe, figlia mia.
La vita si incaricherà di raccontartele.


DAISY ZAMORA 
Altre letture di questa scrittrice in questo Blog QUI



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lunedì 23 febbraio 2015

Ancora poesia internacional

Il 22 febbraio 2015 si è concluso l' XI Festival Internacional Poesia de Granada Nicaragua. Quest'anno in omaggio a Enrique Fernández Morales (1918-1982) poeta e drammaturgo, collezionista e pittore nicaragüense, che sviluppò l'arte e la cultura di questo paese negli anni 40/50/60
Purtroppo quest'anno non ho avuto la gioia di assistervi come ho potuto fare gli scorsi anni e di cui ho scritto QUI  ed anche QUI.
Anche quest'anno parteciperanno poeti da tutto il mondo, 110 poeti da 54 paesi di tutti i continenti e il tema sarà ispirato al desiderio di seppellire la "violenza nel tempo e il maltrattamento sulle donne".

SOLO EL AMOR DETIENE LA VIOLENCIA DEL TIEMPO
(Solo l'Amore trattiene la violenza del tempo)



Chiedi di più? 

Ti do la musica 
Apri la mano e guarda: 
Teneramente nella sua agonia 
palpita un passero.

Chiedi di più? 
Ti do la pittura 
Aprimi la camicia e prendi:
tonda, lucente, difficile
una mela d'oro.

Non ti accontenti?
Ti do la poesia

Non s'illumina ancora il tuo cuore?
Allora guarda la mia poesia:
Una goccia di sangue 

'Enrique Fernández Morales'
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Poesia in lingua originale:

¿PIDES MÁS?

Te doy la música.
Desempuña la mano y mira:
Tiernísimo en su agonía,
un gorrión palpitando.

¿Pides más?

Te doy la pintura.

Abreme la camisa y toma:
Redonda, refulgente, inverosímil,
una manzana de oro.

¿No te contentas?

Te doy la poesía.

¿No se ilumina todavía tu corazón?
Entonces, mira mi poema:

Una gota de sangre.

mercoledì 11 febbraio 2015

MESSAGGIO URGENTE A MIA MADRE - Daisy Zamora

Daisy Zamora

Conosco quest'altra voce importante della poesia latinoamericana. 
Una scrittrice contemporanea nata a Managua (Nicaragua) il 20 giugno 1950. 
Laureata in psicologia, belle arti e coinvolta nella lotta contro la dittatura di Somoza negli anni '70. Anche lei come

mercoledì 4 febbraio 2015

Età critica e Gioconda Belli

Spazio tra mente e corpo (Web)


Se dico "Età critica" cosa vi viene in mente?
Infanzia? Adolescenza? Gioventù? Terza età?

A me, oggi, viene in mente MENOPAUSA! Nient'altro! E' una fase NATURALE.
Questa è l'età critica e tutta al femminile, come siamo fortunate! 
Moriranno d'invidia i maschietti. 
Se è così "naturale" perchè ci coglie impreparate? 
Ma la domanda che mi preme più di tutte:
Questo "climaterio" quanto adda durà?

lunedì 20 ottobre 2014

Sempre

Sempre questa sensazione di inquietudine
Di attesa d’altro.
Oggi sono le farfalle e domani sarà la 
tristezza inspiegabile, 
la noia o l’ansia sfrenata
di rassettare questa o quella stanza,
di cucire, andare qua e là a fare commissioni,
e intanto cerco di tappare l’Universo con un dito,
creare la mia felicità con
ingredienti da ricetta di cucina,
succhiandomi le dita di tanto in tanto,
di tanto in tanto sentendo che mai potrò essere sazia,
che sono un barile senza fondo,
sapendo che “non mi adeguerò mai”,
ma cercando assurdamente di adeguarmi
mentre il mio corpo e la mia mente si aprono,
si dilatano come pori infiniti
in cui si annida una donna che avrebbe
voluto essere
uccello, mare, stella,
ventre profondo che dà alla luce Universi
splendenti stelle nove...
e continuo a far scoppiare Palomitas nel cervello,
bianchi bioccoli di cotone,
raffiche di poesie che mi colpiscono
tutto il giorno e
mi fanno desiderare di gonfiarmi come un
pallone per contenere
il Mondo, la Natura, per assorbire tutto e stare
ovunque, vivendo mille e una vita differente...
Ma devo ricordarmi che sono qui e che
Continuerò
ad anelare, ad afferrare frammenti di chiarore,
a cucirmi un vestito di sole, 
di luna, il vestito verde color del tempo
con il quale ho sognato di vivere
un giorno su Venere.

Gioconda Belli
Sempre - Tratto da "L'occhio della donna"
LaFeltrinelli





giovedì 31 luglio 2014

Non mi pento di niente (Gioconda Belli)


Dalla donna che sono,
mi succede, a volte,
di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;
donne garbate, laboriose, buone mogli,
esempio di virtù,
come mia madre avrebbe voluto.

Non so perchè ho trascorso 
tutta la vita  a ribellarmi a loro.

Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti di nascosto del marito,
del pudore della sua nudità
sotto la stirata e inamidata biancheria intima.

Queste donne, tuttavia, mi guardano

dal fondo dei loro specchi;

alzano un dito accusatore

e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo

e vorrei guadagnarmi il consenso universale,

essere "la brava bambina", 
essere la "donna decente",

la Gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta
dal partito, dallo Stato, dagli amici,
dalla famiglia, dai figli
e da tutti gli esseri
che popolano abbondantemente
questo mondo.

In questa contraddizione inevitabile 
tra quel che doveva essere 
e quel che è,

ho combattuto numerose battaglie mortali,
battaglie a morsi, loro contro di me
- loro contro di me che sono me stessa -
con la psiche  dolorante, scarmigliata,
trasgredendo progetti ancestrali, 
lacero le donne che vivono in me
che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
che si innamora come una triste puttana
di cause giuste, 
di uomini belli
e di parole giocose

Perchè, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili 
e ho osato godere
del corpo sano e sinuoso
di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.

Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino, 
appena apro gli occhi,
sento le lacrime che premono,
nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
vedo le altre donne che sono in me,
sedute nel vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili
contro di me;
contro questa donna fatta, piena,
la donna dal seno sodo
e i fianchi larghi,
che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere. 

Gioconda Belli 

Parlo di lei QUI   e QUI


Foto Entrevista 

BUON VIDEO  (dal Web)

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Originale 
No me arrepiento de nada
Gioconda Belli 



Desde la mujer que soy,
a veces me da por contemplar
aquellas que pude haber sido;
las mujeres primorosas,
hacendosas, buenas esposas,
dechado de virtudes,
que deseara mi madre.
No sé por qué
la vida entera he pasado
rebelándome contra ellas.
Odio sus amenazas en mi cuerpo.
La culpa que sus vidas impecables,
por extraño maleficio,
me inspiran.
Reniego de sus buenos oficios;
de los llantos a escondidas del esposo,
del pudor de su desnudez
bajo la planchada y almidonada ropa interior.
Estas mujeres, sin embargo, me miran desde el interior de los espejos,
levantan su dedo acusador
y, a veces, cedo a sus miradas de reproche
y quiero ganarme la aceptación universal,
ser la Gioconda irreprochable.
Sacarme diez en conducta

con el partido, el estado, las amistades,
mi familia, mis hijos y todos los demás seres
que abundantes pueblan este mundo nuestro.
En esta contradicción inevitable
entre lo que debió haber sido y lo que es,
 he librado numerosas batallas mortales,
batallas a mordiscos de ellas contra mí
-ellas habitando en mí queriendo ser yo misma-
transgrediendo maternos mandamientos,
desgarro adolorida y a trompicones
a las mujeres internas
que, desde la infancia, me retuercen los ojos
porque no quepo en el molde perfecto de sus sueños,
porque me atrevo a ser esta loca, falible, tierna y vulnerable,
que se enamora como alma en pena
de causas justas, hombres hermosos,
y palabras juguetonas.
Porque, de adulta, me atreví a vivir la niñez vedada,
y rompí lazos inviolables
y me atreví a gozar
el cuerpo sano y sinuoso
con que los genes de todos mis ancestros
me dotaron.
No culpo a nadie. Más bien les agradezco los dones.
No me arrepiento de nada, como dijo la Edith Piaf.
Pero en los pozos oscuros en que me hundo,
cuando, en las mañanas, no más abrir los ojos,
siento las lágrimas pujando;
veo a esas otras mujeres esperando en el vestíbulo,
blandiendo condenas contra mi felicidad.
Impertérritas "niñas buenas" me circundan
y danzan sus canciones infantiles contra mí
contra esta mujer
hecha y derecha,
plena.
Esta mujer de pechos en pecho
y caderas anchas
que, por mi madre y contra ella,
me gusta ser. 



venerdì 25 luglio 2014

E Dio mi fece donna (Gioconda Belli)


E DIO MI FECE DONNA 

E Dio mi fece donna,
dai lunghi capelli, 
occhi, naso e bocca da donna.
Con curve
e onde 
e dolci conche
e mi scavò dentro 
divenni forgia di esseri umani.
delicatamente tessé i miei nervi
e bilanciò con saggezza
il numero dei miei ormoni.
Formò il mio sangue 
e lo iniettò in me
perché irrigasse tutto il corpo
Nacquero così le idee,
i sogni,
l'istinto.
Tutto ciò lo creò delicatamente,
a colpi di fiato 
scolpendo con amore  
le migliaia di cose che mi rendono donna tutti i giorni 
per le quali mi desto orgogliosa ogni mattina
e benedico il mio sesso. 

Gioconda Belli (parlo di lei QUI)

Traduz. carlafamily
Dal Web



Y DIOS ME HIZO MUJER

Y Dios me hizo mujer,
de pelo largo,
ojos,
nariz y boca de mujer.
Con curvas
y pliegues
y suaves hondonadas
y me cavó por dentro,
me hizo un taller de seres humanos.
Tejió delicadamente mis nervios
y balanceó con cuidado
el número de mis hormonas.
Compuso mi sangre
y me inyectó con ella
para que irrigara
todo mi cuerpo;
nacieron así las ideas,
los sueños,
el instinto.
Todo lo que creó suavemente
a martillazos de soplidos
y taladrazos de amor,
las mil y una cosas que me hacen mujer todos los días
por las que me levanto orgullosa
todas las mañanas
y bendigo mi sexo.


giovedì 17 luglio 2014

LIBRI: Gioconda Belli - Scrittrice, Giornalista, Poetessa

"La guerra non mi ha mai interessato. 
Io sono un amante della civiltà, del progresso, delle lettere .... 
la guerra è il contrario del pensiero, della parola, del dialogo. Nessuno parla durante la guerra, tutti sparano. 
Non gli interessa conoscersi. 
Si evitano, si nascondono. 
Dietro i loro fucili rifiutano le parole, il dialogo.... 
se riuscissero a parlare non ci sarebbero guerre"
(Da il romanzo "Waslala" di Gioconda Belli)
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"Ho perso molte, molte persone care. Il commando di cui facevo parte, per esempio, era composto da dieci persone, siamo rimaste vive solo in due. Ho perso anche un uomo che amavo molto, Marcos..."
(da il romanzo "La donna abitata" di Gioconda Belli)
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Festival della poesia febbraio 2014 Granada (Nicaragua) 


Gioconda Belli è  nata a Managua il 9 dicembre del 1948. 
Ha origini italiane, il suo bisnonno Antonio Belli era di Colma di Biella ed emigrò in Sud America all'epoca della costruzione del famoso Canale di Panama. Antonio Belli non emigrò a causa della povertà ma per collaborare come archeologo alla costruzione del Canale. 
Gioconda Belli è scrittrice, giornalista e poetessa. Ha scritto 7 libri di narrativa oltre le sue raccolte di poesie dove racconta i temi ricorrenti del suo paese il Nicaragua. Una donna che ha vissuto come protagonista la guerra civile nicaraguense con una particolarità alquanto femminile e sensuale. In lei si intrecciano svariati stili di donna che si amalgamano e mutano con il trascorrere del tempo. Scrittrice che racconta la lotta delle donne nel clima di guerra, il loro rapporto tra l'America precolombiana e l'America Latina di oggi.

Web
Gioconda Belli dichiara che i versi, le parole esplodono in lei senza tregua come acqua che sgorga spontanea...riuscendo anche a scandalizzare per i temi che tratta senza pudore.
Oggi vive a Santa Monica in California e torna nel suo paese ogni anno ma il sogno che aveva verso il Nicaragua per lei non si è realizzato. 
Quando cammina per le strade di Santa Monica pensa....: " ai tempi in cui trasportavo armi o andavo in giro con il mitra in spalla - gli anni delle passioni politiche e mi chiedo se sono la stessa persona.... Ora vivo in due mondi diversi ed in ciascuno di essi la mia vita è diversa. L'esistenza è una corsa a staffetta lungo una strada infinita." -ed inoltre aggiunge - " L'impegno non si deve sempre pagare con il sangue o non sempre richiede l'eroismo di morire sulla linea del fuoco. Esiste un eroismo della pace e dell'equilibrio, accessibile, quotidiano che.... ci spinge a sfruttare tutte le possibilità della vita e a vivere non una, ma tante vite contemporaneamente. Non c'è nulla di romantico o di donchisciottesco nel voler cambiare il mondo. ... Il futuro è una costruzione che si realizza nel presente e per questo concepisco la responsabilità verso il presente come l'unica  responsabilità seria verso il futuro" .
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Ho conosciuto questa scrittrice attraverso il suo Libro "IL PAESE SOTTO LA PELLE"  ed ho avuto il piacere di incontrarla al festival della poesia tenutosi a Granada (Nicaragua) questo ultimo febbraio 2014.

"IL PAESE SOTTO LA PELLE" è la storia di una rivoluzione e di una donna che ha narrato intensamente se stessa e i sentimenti intorno a lei. 
Scopro una donna con un vissuto pieno di passione per la sua terra, come combattente, come donna, come persona, descrivendo la sua femminilità cosparsa di amori difficili in un contesto di guerra. I sentimenti travolgenti della lontananza, le passioni politiche, la perdita di tanti compagni e la dura realtà dell'esilio. 
Leggendo questo libro non si conosce solo lei come scrittrice o come donna ma si scopre una terra e una guerra di cui poco si parla: il Nicaragua 




Gioconda Belli, Il paese sotto la pelle (tit. originale El paìs bajo mi piel),  
edizione  e/o, Roma 2011. Traduzione di Margherita D’Amico

Rivoluzione Nicaragua - Web


Rivoluzione Nicaragua  -  Web


i romanzi pubblicati in Italia: 
LA DONNA ABITATA (1995),
 IL PAESE SOTTO LA PELLE (2002), 
SOFIA DEI PRESAGI (1996) 
WASLALA (1997) 
LA PERGAMENA DELLA SEDUZIONE, (2007)
L'INFINITO NEL PALMO DELLA MANO (2008)
NEL PAESE DELLE DONNE (2011)


In Italia, la Belli viene tradotta sin dagli anni Ottanta dal trimestrale di poesia e cultura fiorentino "Collettivo R", diretto da Luca Rosi. 

carlafamily

martedì 18 febbraio 2014

BENVENUTI POETI DEL MONDO, UN GIORNO TRA I POETI

Dal 16 febbraio e fino al 22 febbraio a Granada in Nicaragua è festa.
Cosa festeggiano i nicaraguensi? Il X Festival Internacional de Poesia de Granada 
Come tutti gli anni mi piace ricordare questo importante evento e vi invito di cuore a leggere QUI  relativamente al Festival della Poesia tenutosi l'anno scorso ed i link suggeriti in questo post dedicati ai vari poeti.

Quest'anno però è stato diverso dagli altri anni, sì, ero tra il pubblico avvolta totalmente da quelle parole poetiche che, come ha detto un poeta, sono la musica dei pensieri. 
Sembrava che tutto il mondo fosse raccolto lì a Granada, in quella piazza. Tutto il mondo in ascolto solenne della poesia. 
Australia, Nuova Zelanda, Egitto, Costa Rica, Panama, poeti venuti da tutto il mondo che tutte le sere, fino a sabato, reciteranno le loro poesie di fronte ad una giuria e al pubblico attento.
Tutti quanti amanti della poesia, sembra che la poesia sia alla portata di tutti ma quando si ascoltano quei versi si può solo dire che ogni espressione nasce da un profondo ascolto della propria vita ed è così che mi sento pervadere da una forte emozione. Vorrei essere quelle parole, vorrei essere qui poeti, vorrei essere la poesia. 
Libri, tanti libri come quelli di CLARIBEL ALEGRIAJOAQUIN PASOSALFONSO CORTESE OGNI NICARAGUENSE POETA....... 

Il X festival della poesia quest'anno è in omaggio al grande Poeta per eccellenza RUBEN DARIO.













Da qui recitavano i poeti i loro poemi



Un Poeta legge

Una poetessa legge 



Quest'anno da lettrice, l'anno prossimo? Chissà! Speriamo! 
Mai dire Mai...

La gente che mi piace

Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c'è bisogno di dire cosa fare perché sa q...