Mi trovavo con
alcune giovani adolescenti nicaraguensi quando all’improvviso mi è uscita la
frase “In Italia è iniziata la primavera”. Sono stata investita da sorrisi smaglianti
e sguardi scintillanti, “Com’è? non
l’abbiamo mai vista...” mi domanda una di loro. Lo so, una vita senza primavera
potrebbe sembrare un’esistenza a metà ma qui in Nicaragua come in altre parti del
mondo la primavera non esiste. I nicaraguensi dicono che hanno soltanto due stagioni l’inverno
e l’estate ma in realtà, dal nostro punto di vista riguardo al clima, hanno il caldissimo e il “meno”
caldissimo. Qui al centro dove sono io il caldo a volte raggiunge livelli
insopportabili, proprio l’altro giorno si sono toccati i 49°. Al nord al
confine con l’Honduras è un pochino più ventilato, mentre le coste hanno il clima
meravigliosamente caldo e con il vento importato dagli oceani. Mi trovo nel cuore del Centro America, io lo
chiamo “profondo Centro America” dove nessun turista osa addentrarsi e dove a volte pare
che il mondo stesso si sia dimenticato di questa parte di terra, forse nessuno sa
che esiste. Ricordo che più di una persona in Italia mi ha detto “Che bello vai in Nicaragua,
ho sempre desiderato andare in Africa”….. beh, questa la dice lunga!
Riguardo
alle giovani che mi hanno rivolto una domanda tanto semplice e allo stesso
tempo complessa, come spiegare la primavera a chi non l’ha mai vissuta? Se in
un primo istante mi sono sentita un tantino smarrita non sapendo da che parte
incominciare ho poi chiamato a raccolta tutti i miei più bei ricordi e
pensieri. Per raccontare cos’è la primavera ho voluto partire dal nostro
inverno che non è il loro inverno “meno caldissimo” ma è la nostra neve e il nostro clima “sotto zero”. Cerco di spiegare il freddo dei nostri
inverni e l’unico modo che credo funzioni è raccontare dei nostri indumenti
ossia cosa ci mettiamo indosso per ripararci dal freddo. Parlo di sciarpe,
cappelli, guanti, cappotti, piumoni, stufe, termosifoni, il candore della neve,
le montagne innevate, la fatica di spalarla davanti al garage di casa per
liberare l’auto intrappolata dentro e poter correre al lavoro….. sempre in
ritardo. Tutte mi dicono che vorrebbero avere un cappotto perché “nos gusta
mucho” (ci piace tanto). Condisco il tutto con l’entusiasmo che scopro in me sentendomi
un’italiana privilegiata per essere qui in Nicaragua. Poi mi ricordo che nel
computer ho alcune fotografie dei “miei” luoghi innevati, le foto che mi
ha inviato la mia amica Antonella quindi decido di mostrargliele. Come me le ragazze
prediligono quella dove ci sono i passeri che si riparano dal freddo e dalla
neve sotto un camino, anche i passeri sono diversi da quelli che ci sono qui,
anche questo le affascina. Loro volevano sapere com’era la primavera ed ora stanno
scoprendo cos’è l’inverno. Stanno sprizzando entusiasmo ovunque! Con calma spiego
loro che in inverno è come se tutto dormisse, tutti i rumori sono come ovattati, cerco
di spiegare loro la gioia che si prova rientrando a casa e trovare un camino
accogliente che scalda non solo il corpo ma anche il cuore. Le coinvolgo
completamente e mi accorgo che mi stanno ascoltando letteralmente a bocca
aperta nonostante il mio spagnolo ed io mi sento rapita da tutto quel candore
d’animo e da quegli sguardi. Non voglio lasciar sfuggire questo rispettoso momento
quindi proseguo con la delucidazione sulla primavera. Cerco di fare esplodere
colori a più non posso, racconto loro delle primule, dei peschi in fiore, dei primi
cinguettii degli uccellini che per tutto l’inverno ci erano stati negati,
racconto che le persone pian piano si svestono dei guanti, del cappello, della
sciarpa e del cappotto, ripongono scarponi e stivali e spuntano giacchini e
golfini e scarpe leggere. Racconto che le massaie si accingono a fare le
pulizie di primavera e che le finestre cominciano ad aprirsi e si possono
sentire le radio dei vicini a tutto volume. Le vecchine azzardano le prime passeggiate
serali con il golfino sulle spalle perché non si sa mai “facesse freddo?”-
È ancora il computer a soccorrermi, e ricordo
che nel blog di Titti dal Giappone e di Valentina si parla di primavera, raccontano un’esplosione di colori freschi e miti, in questo modo spalanco loro un’immensa finestra sul mondo così mi sottopongono a mille domande. Ormai
siamo usciti dal tema primavera siamo entrati nel concetto di quanto attraente sia
questo nostro pianeta e quanto incantevoli siano tutte le stagioni, siamo
persino giunti a parlare del vino italiano ed ho mostrato loro le foto di una
gita nelle Langhe e nel Monferrato. Dopo di che ho fortemente voluto che
riconoscessero quanto bello è il loro paese, il Nicaragua, senza dover per
forza invidiarne un altro. A mia volta ho posto loro tante domande e le loro
risposte via via che raccontavano arrivavano a commuovermi. Quanto amore hanno
per la loro terra nonostante la grande povertà che esiste! Hanno poco o nulla
ma amano anche questo! Le guardo, sono solo adolescenti e non sanno neppure in
cosa consiste avere un capo di abbigliamento firmato o cose di questo genere. Vedo
in loro la dolcezza di un bambino e la caparbietà di donne cresciute troppo in
fretta in un paese tanto difficile.
Mentre le osservo
parlare prometto a me stessa che quando tornerò in Italia e se sarà primavera
vorrò godermela tutta quanta e sorseggiare ogni dettaglio dei suoi profumi,
colori e sapori. Qui in Nicaragua ho scoperto quanto fantastica sia questa
stagione, l’ho scoperta raccontata da me stessa e poi vista attraverso occhi
meravigliati di giovanissime donne con tanto desiderio di sapere e orecchie
attente ad ascoltare.
Troppe primavere
sono trascorse senza che io mi potessi accorgere di quanto è incantevole la
primavera, però ora la mia primavera è qui ed è qui che voglio restare senza
disperdere nel tempo neppure un istante, non intendo più perdere il filo della
vita in lamentele inutili. …. Ma se non si lamentano queste esuberanti
fanciulle perché mai dovrei lamentarmi io?
Ciao Carla, hai scritto delle cose bellissime. Ecco, questi blog dovrebbero servire a questo , ognuno a suo modo, a farci riflettere di più sulle cose, anche su quelle piccole e banali che per noi costituiscono la quotidianità, come l'acqua di cui ha parlato Diana o l'arrivo della primavera. E' sempre bello leggerti e ti confesso che la creazione dei blog mi fa sentire più vicina e in continuo contatto con te. Ciao ,un abbraccio
RispondiEliminaIo credo che questo mondo debba, per l'appunto, riflettere di più sulle cose. E' una realtà che molte persone non vogliono sapere o meglio non vogliono essere infastidite da notizie come quelle che per esempio abbiamo citato. Come scusa si proclamano sensibili, ma la sensibilità non è non voler sapero o conoscere la sensibilità è "sentire" quel che un altro essere umano sente ossia la buona e vecchia EMPATIA.
EliminaQuesto continuo contatto mi piace davvero, il mondo non è poi così grande, vero?
Bello questo post. "Com'è la primavera in Italia?" è la domanda che in questi giorni ci assale... tutte le ragazze qui ce lo chiedono... sono curiose di conoscere un mondo, dal loro punto di vista, inaccessibile. E' davvero commovente e allo stesso tempo istruttivo. Ci conosciamo di più anche noi. Queste esuberanti fanciulle, come le chiami tu, sono tra gli eroi che ormai fanno parte del cast della nostra vita!!!
RispondiEliminaBrava Valentina, questo è il cast della nostra vita, il copione lo stiamo scrivendo noi, non dobbiamo perderci niente. Quanto è bello avere un andirivieni di eroi da questo cast, vero?
EliminaBè... la primavera mi manca moltissimo... è la quinta primavera ce mi perdo e ogni anno sento di più la sua mancanza. Questo paese, però, ci regala amicizie speciali con persone come queste ragazze che sanno ancora emozionarsi per le piccole cose e non ne cercano di grandi. Credo che questa sia la nostra piccola primavera... un viso che si illumina e uno sguardo che fiorisce.
RispondiEliminaSì questa è la nostra primavera, hai ragione e non me la voglio proprio perdere. Non ha prezzo la gioia che manifestano per ogni piccola cosa, il loro entusiasmo non si può comprare, ogni giorno ce lo regalano.
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