mercoledì 5 novembre 2014

Genitori e figli

Quante volte noi genitori, con i figli ormai adulti, ci soffermiamo a domandarci se abbiamo agito bene nei confronti dei nostri ragazzi? 
Forse ogni giorno, ed ogni volta lasciamo che la risposta ci passi accanto dando una sbirciatina a tutto il nostro passato lavoro.
Ci son giorni e giorni, non tutti sono uguali, i giorni della positività ed i giorni in cui vediamo tutto nero, cioè i giorni in cui ci diamo una pacca sulla spalla e ci diciamo "ben fatto!", altri che diciamo "ma chi me lo ha fatto fare?" ed altri ancora pieni di  buoni progetti per noi stessi e ci ripetiamo "aaaaaaaaaaaa ora si che faccio proprio quel che mi pare...", tutte considerazioni che non hanno continuità, durano appunto solo un giorno, forse anche solo pochi minuti.

Comunque sia arrivo sempre alla solita conclusione e cioè che il ruolo di genitore è il più difficile da ricoprire, un ruolo che necessita di tutto il nostro tempo, senza pause, mille ingombranti dolori e milioni strabenedette soddisfazioni, nemmeno quelle son facili da gestire....


Non esistono figli perfetti e nemmeno
genitori perfetti, quante volte capita di non capirsi e non saper che fare.
La miglior cosa sarebbe quella di ammettere i propri errori.
Forse è questo il segreto per meritarsi il rispetto reciproco.  
Molti pensano che se un genitore ammette di aver commesso un errore i figli non li rispetteranno più. Non credo che umiltà ed onestà diminuiscono il rispetto che i figli hanno verso di noi,
anzi credo lo accresca.
Quindi persino quando facciamo uno sbaglio (alzi la mano il genitore che non sbaglia) possiamo sfruttare l’occasione per insegnare qualcosa di importante ai nostri figli.
Poi potrebbe arrivare il giorno che uno di loro ti dice che si ricorda di te giovane mamma sempre di corsa anche per preparare la cena dopo il rientro dal lavoro e ritrovarsi tutti a tavola in soli 20 minuti. Un altro ti ringrazia per quegli atteggiamenti che sembravano severi ma che invece esigevano il rispetto e la considerazione per gli altri. 
Ti ringraziano per aver detto chiaro e tondo che una certa azione avrebbe comportato una punizione.
 Ti ringraziano per non avere avuto timore di impartirla. 
Ti ringraziano per aver mostrato coerenza come fondamento nell'educarli. 
Ti ringraziano di non avergli permesso ne incoraggiato a rigirare le cose a loro vantaggio. 
Direi che tutti questi ringraziamenti sono un gran bel traguardo con tanto di ricompensa.

carlafamily

Regalino: una scatoletta Porta"tutto"(?) con questa scritta
Stop! Deglutisci Carla...Brava!  Altrimenti piangio!


26 commenti:

  1. Il bravo genitore è quello che ama i suoi figli, li sa crescere, sa permettere loro di sbagliare e sa anche quando è il momento di tagliarsi uno spazio per sè perchèil genitore non vive in funzione del figlio.
    E sa anche che potrà sbagliare, senza paura.
    Bellissimo post, un bacione!

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    1. Sembra facile, ma non è..... sono comunque sempre due personalità che a volte s'incontrano ed altre si scontrano, io dico sempre che l'importante è non farsi male. Solo qualche graffietto e poi curarlo insieme.
      Un abbraccio cara Melinda!

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  2. La cosa che più mi piace di questa tua riflessione Carla è l'umiltà e l'onestà che esorti come qualità che un genitore dovrebbe avere. Condivido molto e penso che sia una delle qualità più positive che un genitore dovrebbe avere. Ogni tanto mi capita di dire ai miei figli o a uno di loro: "Hai ragione! è come dici tu! io credevo... a me è sembrato... sai io pensavo...." E se penso alla loro espressione, non so come definirla...contenta, o forse un po incredula, ma credo più "orgogliosa" ...sì credo di "stima" ...nell'apprendere che il loro papà possa dichiarare, più o meno tranquillamente di aver sbagliato.

    Ciao Carla
    Buon poneriggio

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    1. Sì, credo proprio fermamente e con tutta me stessa che l'umiltà e l'onesta siano fondamentali in un rapporto con i figli.
      Se hanno ragione loro (...e capita!) l'unica cosa da fare è arrendersi, così accumuliamo punti a nostro favore ai loro occhi.
      Un caro saluto Pino

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  3. Parole sante cara Carla e poi se tutti fossimo perfetti e"uguali"sai che noia ! Ogni giorno noi impariamo da loro e loro da noi e se ci si accorge di aver sbagliato qualcosa credo che la cosa più giusta da fare è chiedere scusa, magari dimostrando la buona fede del nostro intento, tutto questo richiede una cosa che si chiama dialogo, senza questo si possono creare voraggini incolmabili che a volte minano la pace familiare. Buona serata
    Gio

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    1. Sì, la parolina magica: "Dialogo".
      Dicono che c'è chi ne ha il dono e chi no, io invece penso che bisogna piantarlo come un semino, coltivarlo e farlo crescere dandogli tutte le cure di cui ha bisogno. Così si otterrà un rapporto rigoglioso di parole e pensieri. Almeno... speriamo!
      Ciao carissima Gio

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  4. Cara Carla, posso usare pure io! Parole sante!!! come diceva la mia cara mamma, oggi è molto difficile giudicare anche il perché l'era moderna offre di tutto e le esigenze sono potrei dire non sempre giuste.
    Ciao e buona serata cara amica sempre con un sorriso.
    Tomaso

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    1. Come hai ragione Tomaso, in questa era moderna è sempre più complicato crescere i figli. Oggigiorno ancor di più di quando li avevo piccoli io. Osservando attorno a me anch'io vedo che ci sono "esigenze" (come le chiami giustamente tu) che in realtà non lo sono affatto ma sono soltanto capricci. Questo vale sia per i genitori che per i figli.
      E' bellissimo leggere, da un 'Signore' della tua esperienza, la frase: ".... come diceva la mia cara mamma...", è quel "cara" che mi commuove positivamente.
      Un grande sorriso a te caro Tomaso.

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  5. ...io sono figlia, mamma non so se lo sarò mai, ma mi auguro davvero che i miei figli pensano di me, ciò che io penso dei miei genitori...

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    1. Io credo che in questa riga e mezza che hai scritto hai espresso una delle cose più belle che un genitore vorrebbe sentirsi dire.
      Un caro saluto Pata...

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  6. Cara Carla,
    mi fai ricordare una mia cara collega anziana ( allora, ora sono anziana io) che diceva che se ci fosse quel librino che insegna a fare il genitore sarebbe sempre esaurito.
    Poi, quando pensi magari che ormai la battaglia è mezza persa, arrivano quelle cose , meravigliose senza retorica, e si capisce che sono lo scopo della nostra vita.
    Ti abbraccio
    Fata C

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    1. Ah ah ah, io dico sempre che i bambini dovrebbero nascere con il libretto delle istruzioni, sai come quelli che hanno le... lavatrici?!?!?!?!?
      Hai ragione carissima, quando le battaglie sembrano mezze perse arrivano le gioie.
      Per un genitore non è retorica dire che 'sono lo scopo della nostra vita'. Abbiamo dedicato tutto a loro con immenso amore e quindi le gioie ci confermano che abbiamo fatto bene ad investirci su.
      Un abbraccio a te carissima!

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  7. Che paura ho sempre Di sbagliare con le ragazze.. Di essere fraintesa, di sembrare talora ingiustificatamente rigida e altre volte troppo arrendevole.
    Hai ragione, qualunque cosa si faccia si sta sempre sull'orlo del precipizio. Alcune volte però penso che qualche sbaglio (ma piccolo!) ci renda più "umane" ai loro occhi, più vicine a loro. Non so.. Io sono rigida e cerco di non perdere mai la rotta, o comunque di non far capire quando la perdo.
    Ma temo di sbagliarmi.
    Un abbraccio forte

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    1. Cara Chiara lo sai vero che sbaglierai e che sarai fraintesa? Succederà sicuramente! se non ti succedesse vorrebbe dire che non hai vie di comunicazione aperte verso le tue ragazze.
      Posso dirti una cosa piccola piccola? Te la voglio proprio dire: Se perdi la rotta, cara Chiara, faglielo pure capire e magari fatti aiutare da loro a cercarla, cercate questa rotta insieme, quando l'avrete trovata raggiungerete insieme molti obiettivi. Sarà fantastico!
      Dimostrerai la tua forza, il tuo amore e quanto tieni a loro.
      Un caro saluto e un forte abbraccio

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  8. Io con mio figlio ho sempre giocato al "cerchiamo di comprenderci". Io cerco di comprendere te e tu cerca di comprendere me, e spesso una soluzione a metà strada che accontenteva tutti si trovava. Quando non si riusciva, era perchè uno dei due non poteva/voleva mollare la propria posizione. Se era lui a non mollare, capivo che la cosa era molto importante e facevo una piccola concessione in più, che voleva dire: ho capito che per te questa cosa è molto importante e ti vengo incontro il più che posso. Se ero io a non mollare, si trattava evidentemente di una cosa che ritenevo fondamentale, un paletto che non si poteva togliere e si faceva come dicevo io, con mio figlio che abbozzava perchè capiva che di lì non sarebbe passato mai. Ora è ovvio che le cose fondamentali, i paletti rigidi, sia per me che per mio figlio non c'erano tutti i giorni, erano rari, ma proprio per questo fondamentali, e la realtà quotidiana era contrassegnata di un venirsi incontro vicendevole che terminava sempre in un accordo.
    Insomma nel tempo abbiamo stabilito una complicità fondata sul rispetto, sulla distinzione dei ruoli e soprattutto di un grande volerci bene reciprocamente.

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    1. Giusto! la soluzione a metà strada, quello che dico sempre io. L'importante è stabilire qual'è la metà della strada cosa che non è facile da identificare.
      La realtà quotidiana in effetti è proprio quella di un venirsi incontro a vicenda e sicuramente ci sono limiti in entrambi i ruoli.
      Trovo perfetto il rapporto che si ottiene come scrivi tu nelle ultime due righe: complicità, rispetto ma.... distinzione dei ruoli. Forse, nella nostra società, questa ultima caratteristica negli ultimi tempi si è sfocata moltissimo, osservando attorno a me vedo genitori che fanno i figli e viceversa, oppure una parità di ruoli. Lo chiamano 'progresso', ma, vedendone i risultati, non ne sono proprio convinta.
      Un caro saluto!

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  9. Ciao Carla, come sai non sono un genitore...non conosco i dubbi di cui parli all'inizio di questo meraviglioso post che ho, comunque, molto apprezzato. Sono una figlia e come tale apprezzo in particolare l'onestà e l'umiltà di cui parli, quelle che spesso ho incontrato nei miei genitori e che, credo, hanno fatto di me quello che sono.
    Un abbraccio.
    Antonella

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    1. A volte i genitori sono 'Grandi' perchè hanno 'Grandi' figli ed il nostro presente è anche un po' il nostro vissuto di oggi.
      Un abbraccio cara Antonella!

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  10. Nonostante l'impegno che genera, nonostante la fatica, la difficoltà, la paura ... pagherei per essere mamma anch'io un giorno. :-)

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    1. Eloisa... tu sei una zietta tanto tenera che la vorrei anch'io una "Zizzi..." come te.
      Un caro saluto!

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  11. Essere dei bravi genitori è difficilissimo, il più complicato dei mestieri. Non è facile riuscirci, nessuno ti insegna il mestiere ma soprattutto è un percorso di crescita che va fatto insieme, un passo alla volta.
    Ogni figlio è diverso per questo ogni genitore devo poi trovare il modo giusto per approcciarsi, sostenere, aiutare e amare i propri bambini, che diventeranno dei bravi adulti solo se non ci sono stato errori.
    Però una cosa è sicura amare, protegge e coccolare sono sempre i primi passi giusti.

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    1. Ogni figlio è diverso, hai ragione! Ed un genitore potrebbe cadere nella trappola dei paragoni. Il genitore è, diciamocelo, una sorta di psicologo, o almeno dovrebbe esserlo.
      Ciao Audrey

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  12. Certo che è il lavoro più difficile al mondo. Quello che mi ha sempre consolato nei momenti in cui ho pensato di aver sbagliato tutto con i figli, è che ho sempre agito credendo di fare il meglio per loro. Ed oggi che sono grandissimi, ho avuto la ricompensa più bella, quando mia figlia che voleva adottare due bimbe, mi lesse il resoconto del colloquio da lei avuto con la psicologa che scriveva, parlando di me attraverso le sensazioni di mia figlia: "una madre spesso assente, ma sempre presente".

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    1. Avrai fatto tripli salti mortali, quindi, per seguire tutto e tutti. Facendo molto è inevitabile l'errore.
      Ciao cara Ambra

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  13. Nessuno nasce genitore, Carla; poi qualcuno riesce a diventarlo, qualcuno no, perché dà priorità alla propria vita e non a quella che ha creato, senza sapere che niente è più dolce della sofferenza e della soddisfazioni di vederli crescere e di dare e fare tutto per loro.
    Un saluto!

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  14. Sì, io credo che crescere un figlio sia "un'impresa" in cui investire tutto il nostro tempo e bene ricordandosi però che anche noi esistiamo come persone e che i nostri figli staranno bene se anche noi ci sentiamo un po' realizzati.
    Il genitore frustrato non da gioia ai suoi figli.
    Un caro saluto Linda.

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